L’ex brigatista dei Proletari Armati per il Comunismo, Cesare Battisti, è stato arrestato nella giornata di ieri, 4 ottobre, in Brasile. L’ex militante dei PAC, risiede ormai da diversi anni, precisamente dal 2004, nello stato sudamericano con lo status di rifugiato politico concessogli dall’ex presidente dello stato sudamericano Ignacio Lula da Silva nel 2010. Il criminale italiano è stato tratto in arresto mentre cercava di fuggire verso la Bolivia, uno dei pochi stati che ancora avrebbe potuto garantirgli protezione. Battisti è stato fermato dagli agenti di polizia brasiliana durante un normale controllo e trovato in possesso di un passaporto falso.

I crimini di Battisti

Cesare Battisti è stato condannato in Italia in via definitiva per ben 4 omicidi. Due commessi materialmente e due in concorso. La pena inflittagli dalla giustizia italiana è quella dell’ergastolo. Molti altri reati di cui si è macchiato invece sono ormai prescritti. In Brasile ha scontato qualche anno di carcere per essere entrato con dei documenti falsi, oggi è sposato con una cittadina brasiliana ed ha una figlia con la compagna. La fuga di Battisti non è iniziata in Brasile. Dopo essere evaso una prima volta dal carcere, è riuscito a fuggire in Francia nel 1981, si è dunque trasferito in Messico fino al 1990 e poi ancora in Francia. Durante la sua latitanza molti scrittori, intellettuali ed militanti di forze extraparlamentari comuniste si sono schierate a favore di Battisti.

Ma il suo più grande alleato ai tempi della presidenza Lula, è stato il ministro della giustizia Tarso Genro.

Nuove richieste di estradizione

Dopo la conferma delle tutele a Battisti da parte di Dilma Rousseff, che succedette a Lula, le cose per Battisti iniziarono a cambiare con l’impeachment e la caduta della donna dalla carica di presidente e il contestuale avvento di Michael Tremer come capo di stato brasiliano.

Con la salita al potere di Tremer, il governo italiano è tornato alla carica per l’estradizione del malvivente, in particolar modo con l’ex presidente del consiglio Matteo Renzi e con l’attuale ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Anche nella giornata di ieri, con la diffusione della notizia dell’arresto di Battisti, Matteo Renzi ha espresso ancora una volta il suo pensiero chiedendo che l’uomo venisse riconsegnato alla giustizia italiana.

In favore dell’estradizione del terrorista italiano si sono già espressi favorevolmente sia l’attuale ministro della giustizia che quello degli esteri brasiliano. In particolare il secondo, riterrebbe l’estradizione di Battisti un gesto “diplomaticamente molto importante”. In ogni caso, anche se la decisione sull’estradizione sembra ormai presa, pare che i tempi perché questa si concretizzi materialmente siano ancora lunghi.