Le recenti e drammatiche notizie sul referendum in Catalogna, con le reciproche tensioni tra la regione autonoma catalana e il governo centrale spagnolo, hanno riportato alla ribalta il tema della richiesta di indipendenza, secessione, o della sola concessione di maggiori autonomie amministrative, portata avanti da decine e decine di territori all’interno del continente europeo. Una lista quasi completa delle regioni in lotta per l’indipendenza dai loro Stati di appartenenza ce la fornisce la Bank of America Merrill Lynch, la famosa banca d’affari statunitense.

Secondo l’edizione 2017 del Trasforming World Atlas, redatto dai tecnici di Merrill Lynch, la lista dei luoghi in Europa in cui esistono rivendicazioni secessioniste è lunghissima. Si va dalla mediterranea Sardegna alle nordiche Isole Shetland. Ma vediamo la mappa completa.

Le regioni secessioniste in Italia e dintorni

Anche se lo slogan ‘Padania Libera’ cavallo di battaglia del fondatore della Lega Nord Umberto Bossi è stato accantonato per far posto alle mire ‘nazionali’ del nuovo leader del Carroccio, Matteo Salvini, nella mappa redatta da Merrill Lynch sono ancora presenti le regioni Lombardia e Veneto (parte di quella che una volta i bossiani chiamavano Padania) che il prossimo 22 ottobre celebreranno il loro referendum per chiedere maggiore autonomia amministrativa al governo di Roma.

Ma niente secessione. Restando in Italia, anche le due isole maggiori, Sicilia ma soprattutto Sardegna, sono considerate regioni a rischio. Rivendicazioni di indipendenza sempre accese in Alto Agide, o Sud Tirolo, come amano chiamarlo gli abitanti di quelle parti. Ai nostri attuali confini, poi, si registrano le rivendicazioni di Provenza, Savoia e Occitania in Francia, della Carinzia in Austria e, infine, dell’Istria in Croazia.

L’Est dell’Europa

Restando nei territori della ex Jugoslavia, anche la Repubblica croata di Bosnia Erzegovina, la Repubblica serba di Vojvodina e il Sangiaccato aspirano ad una indipendenza riconosciuta internazionalmente. Scendendo verso la Grecia incontriamo la regione del Nord Epiro. Spostandoci a Est si giunge nella Terra dei Siculi che non si trova in Sicilia, come si potrebbe erroneamente pensare, ma in Romania (i suoi abitanti hanno origini e lingua ungheresi).

Ai confini della Moldavia, poi, ci sono i territori autonomi di Gagauzia e Transnistria, mentre, arrivando in Ucraina, si incontrano le regioni della Crimea e del Donbass, contese anche militarmente da russi e ucraini.

Regioni autonome del Sud

Girando di 180° verso Ovest, si ritorna in Francia, dove mancano all’appello ancora l’Alsazia, la Normandia e la Britannia. Giungendo in Spagna, oltre alla ormai arcinota rivendicazione della Catalogna, ci sono anche le storicamente autonome regioni dei Paesi Baschi, della Galizia, delle Asturie, dell’Aragona, del Leòn, della Cantabria, dell’Andalusia e, persino, delle Isole Baleari, a rivendicare sempre più libertà di movimento rispetto alla Castiglia, sede della capitale Madrid.

Il Nord Europa

Anche la parte settentrionale del continente europeo soffre di spinte autonomiste. In Gran Bretagna devono affrontare il problema della Scozia, del Galles, dell’Irlanda del Nord, oltre che della Cornovaglia e delle piccoli arcipelaghi come Ebridi, Orkney e Shetland. Il Belgio, poi, è diviso tra Fiandre di lingua fiamminga e Vallonia di lingua francese. In Germania, oltre alla già nota autonomia della Bavaria, quasi sconosciute le rivendicazioni di Frisia (confine con l’Olanda) e Schleswig del Sud (Danimarca). La Moravia vorrebbe a sua volta separarsi dalla Repubblica Ceca, già divisasi dalla Slovaccia. E anche la confinante Slesia spinge per maggiori autonomie dalla Polonia. Nei paesi baltici, infine, in cerca di spazio ci sono Skaneland (Svezia), la regione del Sapmi (tutto il nord della Scandinavia) e la Carelia (Finlandia-Russia).