Il caso della spiaggia 'fascista' di Chioggia era esploso quest'estate a luglio, quando quel lido pieno di immagini e slogan inneggianti a Mussolini e al Ventennio aveva attirato l'attenzione mediatica nazionale. Il titolare Gianni Scarpa si era visto denunciare dalla Digos, accusato di "apologia del fascismo" anche per i suoi discorsi nostalgici pronunciati tramite gli altoparlanti dello stabilimento balneare. Nei giorni scorsi però la vicenda è stata presa in esame dai magistrati, ed il Giudice per le indagini preliminari ha deciso di archiviare il caso.

Il lido "Punta Canna"

Lo stabilimento balneare "Punta Canna" di Gianni Scarpa aveva attirato l'attenzione dei media e della giustizia perché addobbato con manifesti di Mussolini e rimandi alle leggi in vigore in epoca fascista. Inoltre nel lido - ovviamente frequentato da una clientela di appassionati del genere - era uso comune fare saluti romani, e Scarpa intratteneva i bagnanti diffondendo slogan e frasi molto particolari mediante gli altoparlanti che negli stabilimenti balneari "normali" vengono comunemente usati per informare i clienti che al ristorante sono disponibili pizze calde o per altre comunicazioni di servizio. "La democrazia a me fa schifo" - "Sono antidemocratico e favorevole al regime.

Ma non potendolo esercitare fuori, lo esercito in casa mia". "Personalmente sono per lo sterminio dei tossici". Frasi come queste venivano pronunciate mediante l'altoparlante da un ufficio pieno di gadget e cimeli del ventennio. Fino a quando, esploso il caso mediatico, allo stabilimento arrivò la polizia, che decise di denunciare il titolare, inoltre il Prefetto dispose la rimozione di tutti i simboli ed i manifesti inneggianti all'estrema destra.

Scarpa tuttavia intervistato dai giornalisti a seguito del provvedimento del Prefetto disse di non ritenere di dovere chiedere scusa, relegando il materiale di estrema destra e la sua condotta ad una "goliardata" e sostenne di "non essere ne di destra, ne di sinistra" e di non avere mai votato. Giustificò i cartelli che inneggiano a Mussolini con il fatto che il duce "a suo tempo fece molte cose buone per il paese".

La decisione dei giudici

Il Gip accogliendo la richiesta della Procura ha deciso di archiviare il procedimento a carico di Scarpa, motivando la decisione con il fatto che le scritte ed i manifesti "nostalgici" rientrano nella libertà di pensiero sancita dalla nostra Costituzione. Niente conseguenze penali per il gestore dunque, che però dopo l'esplosione del caso si è visto togliere la gestione della struttura.