La mattina dello scorso 14 dicembre, un'esplosione ha fatto tremare Manhattan. Un ordigno è esploso accidentalmente all'attentatore che lo stava trasportando, Akayed Ullah, intento a vendicarsi per i raid israeliani a Gaza e i bombardamenti in Siria. Nell'attentato accidentale sono state ferite alcune persone tra cui - gravemente - lo stesso Ullah.
Si tratta dell'ennesimo episodio che ha traumatizzato New York e il mondo intero, che ancora una volta è rimasto attonito di fronte alle immagini trasmesse dai mass media.
Dall’omicidio di J. F. Kennedy, al disastro dello Space Shuttle Challenger, fino all’attentato alle Torri Gemelle e ai più recenti attacchi terroristici - proprio come l'ultimo di Manhattan - gli eventi traumatici hanno sempre segnato un solco profondo nella nostra memoria.
È infatti probabile che, chi era già maturo per almeno uno di questi episodi, si ricordi chiaramente i dettagli di quando è venuto a sapere della notizia, dov’era, con chi era, cosa stava facendo. Gli autori hanno chiamato questo tipo di ricordi “flashbulb memories” o “ricordi fotografici”.
Cosa sono le Flashbulb Memories?
I primi a parlare di Flashbulb memories sono stati Roger Brown e James Kulik nel 1977, in uno studio che analizzava avvenimenti come l’omicidio di J.F. Kennedy o di Martin Luther King.
Successivamente, sono stati diversi gli studiosi ad occuparsi del fenomeno, che ancora oggi è oggetto di ricerche (“Scandinavian Journal of Psychology” studio sulle flashbulb memories dell'attacco a Parigi del 13/11/2015).
Con il termine Flashbulb Memories si intendono quei ricordi autobiografici collegati ad un evento significativo che, così come una fotografia, rimangono intatti nel tempo e nei particolari. Ciò che rende interessanti questi ricordi è che spesso riguardano delle situazioni comuni (“ero sul divano e stavo guardando i cartoni animati quando hanno interrotto per dare la notizia”) tuttavia, vengono codificati come elementi contestuali rilevanti e, con il passare del tempo, rimangono cristallizzati nella memoria.
Come si formano?
Studi di Neuropsicologia hanno rivelato un ruolo centrale dell’Amigdala nella formazione di questi ricordi.
L’Amigdala, o meglio, le Amigdale, sono due strutture cerebrali che fanno parte del sistema limbico, situate nei lobi temporali e hanno un ruolo di fondamentale importanza nei processi di memoria, presa di decisione e nelle reazioni emotive.
Quelli che sembrano gli elementi essenziali per la creazione delle flashbulb memories sono: un alto livello di arousal emotivo, alta consequenzialità per l'individuo (si intende che la notizia avrà delle conseguenze importanti per la vita della persona) e il livello di sorpresa provocato dalla notizia.
Riguardano solo eventi pubblici?
Le flashbulb memories si possono formare anche a seguito di eventi personali particolarmente importanti, come la morte di un parente o l’essere stati testimoni di un evento traumatico, allo stesso modo di quelli riguardanti eventi pubblici, è l’arousal emotivo al momento in cui l’evento è stato registrato a rendere questi ricordi “speciali” e a far sì che i dettagli del contesto si mantengono intatti anche dopo molti anni.
Sono uguali per tutti?
Gli studi hanno dimostrato che c’è una grande variabilità nella creazione di questo tipo di ricordi, in genere legata alla rilevanza che una certa notizia può avere per il soggetto. Lo studio che Brown e Kulik fecero nel Nord America, ad esempio, dimostrò che l’assassinio di Martin Luther King aveva provocato una maggiore quantità di Flashbulb memories negli Afro-Americani rispetto agli Americani bianchi, questo venne spiegato dal fatto che, per gli Afro-Americani, questo evento avrebbe avuto conseguenze molto più rilevanti. Diversamente, l’assassinio di J.F. Kennedy generò una quantità simile di questi ricordi in entrambi i gruppi.