"Potere bianco", "Heil Hitler", "non siamo uguali a loro". Questi sono solo alcuni degli atroci messaggi lanciati dai suprematisti bianchi nei più famosi campus universitari degli USA. L'obiettivo è riuscire a reclutare nuovi seguaci, così come ha dimostrato la lega anti-diffamazione ADL. 346 i casi in cui, dal 2016, sono stati trovati affissi nei college manifesti e volantini omofobi e xenofobi, in quello che pare un serio tentativo di propaganda. Ma perché proprio i giovani universitari sono nel mirino dei suprematisti?
Razzismo da ogni parte
Ufficialmente sono 200 i college che hanno ospitato l'ondata di razzismo dell'ultimo anno e mezzo, ma la cifra potrebbe salire.
"I suprematisti bianchi continuano a vedere i giovani come obiettivi primari per il reclutamento, forse ora più che mai", ha dichiarato Oren Segal, direttore dell'ADL, che ha compilato i dati della ricerca. La propaganda avrebbe come obiettivo primario i campus universitari di 44 stati, compresa Washington DC.
Le scuole in Texas e California sono stati gli obiettivi più frequenti, secondo i dati raccolti da resoconti dei media, dai post sui gruppi razzisti dei social e da studenti e università. L'invio di volantini, inoltre, rappresenta "uno sforzo più ampio da parte dei gruppi razzisti per rivendicare le loro richieste e, se dovessero attecchire, la violenza ideologica potrebbe aumentare", ha detto Segal.
Chi c'è dietro
Tra i "VIP" suprematisti spicca il nome di Richard Spencer, descritto come un agitatore delle folle. Spencer ha contribuito nella stabilizzazione del movimento alt-right. Ha tenuto discorsi alla Texas A&M University, all'Università della Florida e alla Auburn University l'anno scorso. La propaganda di Spencer nei campus varia da immagini in bianco e nero apparentemente innocue di sculture classiche come il David di Michelangelo, a immagini più esplicite come svastiche macchiate di sangue.
Il boss indiscusso del gruppo, però, resta Nathan Damigo, un veterano della guerra in Iraq. In un'intervista rilasciata nel dicembre 2016, Damigo ha dichiarato di aver preso di mira 40 college in tutto il paese, cercando di coinvolgere i giovani nel suo gruppo. "Prima del 1965, l'America era un paese bianco, un paese per la gente europea", ha detto Damigo nel campus della California State University, in cui era studente.
"Vogliamo combattere il culto della diversità che si è propagato non solo nei campus universitari ma in gran parte dell'America".
I giovani sono il nostro futuro
L'ADL ha iniziato a documentare attività di propaganda di supremazia bianca nei campus universitari fin da quando ha notato che il volume di volantini aveva iniziato ad aumentare nel semestre autunnale del 2016. I sostenitori della supremazia bianca si sono sentiti sempre più incoraggiati dal clima generale in questo paese, moltiplicandosi durante le elezioni presidenziali e celebrando l'elezione del presidente Donald Trump come una vittoria.
I gruppi razzisti, inoltre, competono tra loro per l'attenzione dei media. Resta difficile dire se la propaganda stia guadagnando terreno nei campus universitari, ma l'ADL ha osservato sempre più giovani coinvolti in gruppi di supremazia bianchi.
L'apice delle proteste xenofobe non sembra essere stato ancora raggiunto.
Sta di fatto però che l'azione di propaganda guidata dai leader Spencer e Damigo sia mossa in parte da un motivo ricorrente: dare un'ideologia a chi di fatto - vuoi per l'età, vuoi per il periodo turbolento che questa comporta - sta ancora passando il tempo a cercare il pensiero più adatto a sé.