Un caso di cronaca che arriva da Oltralpe, tanto paradossale quanto emblematico: un clochard, di fronte alla prospettiva di dover trascorrere un altro rigidissimo inverno in strada al freddo, ha cercato di trovare un rifugio alternativo, fosse anche il carcere. Spinto dall'indigenza e dalla disperazione, ha inventato una storia estrema con l'obiettivo d'essere sbattuto in galera: ha confessato un omicidio inventato di sana pianta. La vicenda arriva dalla cittadina francese di Cugnaux, in provincia di Tolosa.

Confessione inventata per sopravvivere

Sempre meglio il carcere che la durissima vita di strada. Questo il punto di vista di un senzatetto 35enne francese di fronte alla prospettiva di trascorrere giorni, ma soprattutto notti di una implacabile stagione invernale, esposto non solo ai pericoli, ma anche al freddo, un killer implacabile per chi non abbia una casa. Almeno in carcere avrebbe potuto contare su un tetto, una vita entro quattro mura, pasti caldi due volte al giorno e, all'occorrenza, cure mediche. Ma come fare per poter conquistare l'ambita meta? La necessità aguzza l'ingegno, la disperazione fa attivare la mente fino a pensare l'impensabile e giungere a soluzioni incredibili. Con questi presupposti, il clochard ha escogitato una trama "noir" assurda, un omicidio immaginario.

Alla gendarmeria, la polizia francese, della stazione di Cugnaux, cittadina in provincia di Tolosa, venerdì 1 dicembre alle 23 e 24 è arrivata una telefonata allarmante: "Venite a prendermi, ho ucciso un tizio". E ha indicato l'indirizzo, una strada del quartiere Vivier, dove trovarlo.

La gendarmeria indaga

Nella telefonata, il senzatetto aveva farfugliato un racconto poco chiaro: che nella strada dove sostava aveva sentito all'improvviso un'esplosione ed era stato costretto a sparare a un gruppo di persone per scampare un pericolo indefinito e nel mucchio una persona era stata colpita da un proiettile ed era morta.

Le forze dell'ordine sono subito accorse sul posto dove l'uomo ha confermato il suo racconto. Ma poi non ha saputo indicare dove fosse l'arma del delitto che non è stata trovata, non esistendo, né è stato trovato alcun cadavere, anche se i poliziotti per non lasciar niente di intentato hanno fatto i dovuti controlli, compreso chiamare tutti gli ospedali della zona in cerca di vittime.

A quel punto, la verità si è fatta strada: il senzatetto, ritenuto mentalmente instabile, aveva realizzato il drammatico piano per sopravvivere. Alla fine lui stesso ha confessato d'essersi inventato tutto per sfuggire a un inverno all'addiaccio.

Altro approdo

Il suo piano, dunque, alla fine è parzialmente riuscito. La prigione sembra al momento un "paradiso perduto" per il clochard. Ha strappato "solo" una denuncia a piede libero con l'obbligo di farsi sottoporre a un trattamento sanitario, in attesa di processo. Non gli resta che sperare di poter essere accolto in un ospedale psichiatrico o in una residenza sanitaria assistita, nei mesi più difficili dell'anno. Il processo si svolgerà solo in primavera: una beffa per il senza dimora che è riuscito a beffare la polizia, ma solo per una notte.