E' successo nella sera del 25 dicembre 2017, un sedicenne era sulla banchina in attesa del proprio treno, ascoltando la musica dal suo smartphone attraverso gli auricolari, ed è stato ferito dal treno che approdava all'interno della stazione accorgendosi, forse, di aver superato la linea gialla che delimita l'area di sicurezza varcabile. L'evento è accaduto a Rodallo - Torino -, sulla linea ferroviaria Chivasso-Aosta, determinando la chiusura per alcune ore del tratto della linea che porta da Rodallo a Caluso. Il sedicenne ha riportato delle fratture e delle contusioni alle mani e al volto, ed è stato portato all'ospedale di Chivasso per le cure e gli accertamenti sulla salute.

Quando la tecnologia offusca la realtà, la sindrome da disconnessione: la "nomofobia"

E' probabile che questa notizia venga letta attraverso uno schermo elettronico, che sia uno smartphone o un Pc, o addirittura una televisione. Il nostro tempo storico ci permettere di essere connessi col mondo in maniera rapida ed efficace, eppure, paradossalmente, questa connessione totale implica una disconnessione dalla realtà per come esiste realmente. Due modi di vivere la vita, "noumeno" e "fenomeno" come esplicava Immanuel Kant - filosofo tedesco che ha segnato l'avvenire del metodo e del pensiero filosofico della modernità -.

Difatti, se è possibile asserire che l'avvento della tecnologia nella vita quotidiana dell'essere umano ha agevolato il processo di globalizzazione e lo sviluppo umanitario e scientifico, è anche possibile affermare che tutto ciò implica una serie di problematiche che possono portare ad una totale disconnessione e confusione tra ciò che è la realtà, e quella che passa attraverso lo schermo di uno smartphone.

Comune è infatti la sindrome di nuova generazione che affligge il genere umano, che lo porta ad essere un'automa che non riesce a governare la propria volontà, rendendosi oggetto subordinato e dipendente del sistema economico consumistico e dell'oggetto in sé. E' comune, infatti, il caso accaduto a Rodallo nella serata di ieri, in quanto la dipendenza dalla tecnologia, ci porta ad una totale disconnessione con l'ambiente circostante, favorendo l'isolamento e l'esclusione da ciò che è reale nell''istante, vivendo nell'astratto di un sociale che ha relativamente nulla di umano.

L'esasperazione del concetto della dipendenza dalla tecnologia, e in particolare dai telefoni cellulari, viene oggi denominata come "nomofobia", concetto introdotto anche nel vocabolario di lingua italiani Zingarelli di recente, che ne ha assegnato un significato rintracciabile in "No-Mobile-Phone-Phobia". Chi soffre di nomofobia avverte una sensazione spiacevole similare all'attacco di panico, prodotta dalla paura di privarvi dello smartphone e della relativa connessione che questo permette, e delle sue funzioni quali, ad esempio, la riproduzione musicale dei brani.

I sintomi più comuni sono vertigini, tremore, elevata sudorazione, e tutto ciò che è riconducibile ad elevati livelli d'ansia. Quando, difatti, chi soffre di nomofobia è senza credito nel cellulare, con la batteria scarica, o senza copertura della propria rete mobile, avverte un'intensissima attivazione psicofisiologica. Ciò, dunque, porta il nomofobe, ad assicurasi che le funzioni del proprio smartphone siano sempre attive, controllandone le caratteristiche in maniera ossessiva. E' possibile che il nomofobe usi il cellulare in posti inappropriati, confondendo dunque ciò che è la realtà, da ciò che è una rete virtuale esperita da uno smartphone.

Studi scientifici e psicologici sulla nomofobia

Gli studi del professore di psichiatria nell'università del Connecticut, David Greenfield hanno confermato che la nomofobia è uguale a tutte le altre forme di dipendenze.

La conferma è arrivata da un progetto di ricerca basato sullo studio del neurotrasmettitore che regola il circuito della ricompensa, la dopamina che, come dimostrato, viene danneggiato nel suo processo di produzione, a causa della dipendenza creata dallo smartphone, così come avviene in ogni altra forma di dipendenza. Altri studi asseriscono che la dipendenza da smartphone produca degli effetti psicologici più gravi rispetto alle dipendenze dai social network, ipotesi dimostrate da studi sulla memoria transattiva. Difatti, se abbiamo una fonte relativamente affidabile da cui cercare informazioni, come il nostro smartphone, viene a perdersi il il meccanismo automatico che ci spinge a desiderare di ricordare e imparare qualcosa che non è prontamente visibile negli schermi dello smartphone.