L’ex imam di Aversa, Yacine Gasry, meglio noto come "Yassine Seghyr", è stato tratto in arresto giovedì 14 dicembre dagli uomini del Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei Carabinieri, poiché accusato di far parte di un gruppo di algerini ritenuti vicini ad una formazione di combattenti islamici. Gli stranieri sono tutti coinvolti nelle indagini avviate dopo gli attentanti terroristici contro le Torri Gemelle di New York, dove quel terribile 11 settembre del 2001 persero la vita duemilanovecentonovantasei persone.
Gasry è stato trovato ed ammanettato dai militari dell'Arma nella stazione ferroviaria della città di Foggia.
L'uomo è stato condannato con una sentenza in Cassazione emessa la scorsa settimana, secondo la quale dovrà espiare una pena di quattro anni e nove mesi per associazione finalizzata al terrorismo internazionale. Questo provvedimento - emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale di Napoli - arriva dopo un'altra misura che aveva già portato in tribunale l'extracomunitario.
La doppia vita in Italia dell'Imam
Il terrorista ha vissuto per più di venti anni ad Aversa, dove ha ricoperto il ruolo di Imam nel Centro di Cultura Islamica situato in via Isonzo, fino a quando non è stato sostituito, qualche anno fa, in seguito alle indagini avviate sul suo conto. L'extracomunitario, ritenuto dai giudici parte di una cellula terroristica di supporto al «Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento», legata ad Al Qaeda, nonostante non fosse più la guida spirituale islamica della città normanna, si trovava spesso ad Aversa, dove è stato visto girare fino a qualche settimana fa.
Gasry - da quanto è emerso dalle indagini - si spostava continuamente in tutta Italia, poiché invitato frequentemente in diversi luoghi di culto islamico. Quando è stato arrestato, infatti, era di ritorno dalla moschea di Trani, dove aveva appena tenuto un discorso.
L'algerino con spiccate capacità oratorie - secondo i magistrati - viveva una doppia vita.
Se da un lato, infatti, predicava il corano, affermando anche l'importanza della figura della Vergine Maria, quando si intratteneva con gli italiani cattolici, dall'altro, organizzava attentati terroristici, fornendo un valido contributo nel reperimento di documenti e nell'allestimento di basi logistiche utili ai guerriglieri algerini attivi in Italia.
Prima dell'ex Imam, era stato arrestato un altro membro del gruppo terroristico, Kamal Guendoz, ammanettato ad Aversa il maggio scorso dal Raggruppamento Operativo Speciale. Attualmente, su dieci stranieri condannati in via definitiva, otto risultano irreperibili. Secondo gli investigatori si sarebbero rifugiati in diversi paesi dell'Unione Europea.