Tre giovani ventenni Jack Cairns, Brandon Sharples e Jack Mclnally sono stati giudicati e condannati a Coventry, nella contea delle West Midlands in Inghilterra, perchè ritenuti colpevoli, a distanza di due anni, di aver rapito un' adolescente di quattordici anni e di averla costretta a vendere il proprio corpo. La giovane studentessa venne prima drogata e poi, segregata in una casa per cinque lunghi giorni dove fu costretta ad avere rapporti intimi con circa venti uomini. Lei credeva che fossero amici e si fidava ciecamente di loro, ma alla fine si è ritrovata a vivere un incubo che, sicuramente, l'ha traumatizzata nel più profondo dell'anima e che segnerà per sempre la sua vita.Il detective Jon Barker che si occupò del caso, ha dichiarato alla stampa locale:"Questi tre uomini, senza dubbio, sono stati coinvolti nello scioccante sfruttamento della giovane ragazza ed hanno approfittato della sua tossicodipendenza e della sua fiducia per fare soldi".

Il sequestro

La giovane vittima, con una scusa, fu convinta dai tre aguzzini ad uscire dalla propria abitazione e a seguirli in un appartamento. Mai avrebbe potuto immaginare quello che le sarebbe successo da quel momento fino alla sua liberazione.L'obiettivo premeditato dei tre ventenni era quello di costringerla ad andar a letto con altri uomini e di dividersi, in seguito, i guadagni. Avevano anche scattato delle foto esplicite dell'adolescente che vennero pubblicate sul sito web per adulti 'Viva Street'. L'inchiesta ha dimostrato, inoltre, che Cairns ha abusato di lei poiché su un piumone, nella stanza in cui era tenuta prigioniera, è stato rinvenuto il suo dna.

Il ritrovamento

Dopo la denunica della sua scomparsa fatta dai genitori alle autorità competenti, la ragazzina adolescente è stata ritrovata quasi per caso.

Infatti, approfittando di un momento di distrazione dei suoi sequestratori,riuscì ad aprire la finestra della sua 'prigione', situata al secondo piano del palazzo, e a chiedere aiuto. Fortunatamente, venne subito notata da alcuni agenti della polizia che, immediatamente, riuscirono a trarla in salvo. La quattordicenne aveva indosso solo della biancheria intima.

Inizialmente, i tre 'orchi' negarono di conoscerla, ma in seguito cambiarono la loro versione dopo essere stati riconosciuti durante la procedura di identificazione. Così è finita la terribile esperienza di questa povera vittima che mai dimenticherà. Il tempo potrà solo cicatrizzare le 'ferite psicologiche' subite, ma non cancellarle completamente.