Una lunga vita trascorsa sempre insieme, al lavoro nei campi o in casa. Dove andava lui c'era lei e viceversa. Ed è stato così fino alla fine. Dire che Albania Valori, di 92 anni, e Angiolo Cei, di 94, fossero inseparabili, alla luce della loro lunga e felice storia d'amore pare persino poco. Quasi al traguardo dei 70 anni di matrimonio, hanno lasciato la terra pressocché insieme. A distanza di neanche 12 ore, prima è morta lei e poi lui. Nati e vissuti sempre a Isola, frazione del comune di San Miniato, in provincia di Pisa, oggi una bara accanto all'altro hanno avuto i funerali insieme nella stessa chiesa parrocchiale dove 'appena' 69 anni prima si erano giurati amore eterno.

Ultimo appuntamento

Come se si fossero dati appuntamento, l'ultimo, per prendere congedo dalla vita insieme. Lei, Albania, che di anni ne aveva 92, è andata via per prima: è morta in casa durante la notte. Lui, Angiolo, più grande della moglie di due anni, nel frattempo era ricoverato in ospedale. I familiari per non aggravare la sua condizione, non gli avevano detto nulla che la moglie non c'era più. Anche perché sembrava che Angiolo stesse migliorando. E invece nel pomeriggio è improvvisamente peggiorato per poi spegnersi verso le 19 e 30. Lasciano tre figli, tre nipoti e due bisnipoti. Se per i figli Sauro, Elena e Marinella è stato un dolore struggente perdere entrambi i genitori in una volta sola, d'altra parte li consola pensare che Albania e Angiolo abbiano voluto che le cose andassero proprio così.

Perché nessuno dei due avrebbe sopportato rimanere in vita da solo. Non avrebbe avuto senso per loro sopravvivere all'altro coniuge.

Una storia antica

Si erano sposati nel 1949 Angiolo e Albania, in un Italia reduce dal secondo conflitto mondiale con tante speranze e caratterizzata dall'operosità di un popolo affamato di vita che voleva cominciare tutto da capo.

Facevano parte di due famiglie storiche del paese e hanno sempre vissuto nella piccola frazione di San Miniato. Erano entrambi contadini. Hanno speso una vita in un piccolo mondo a lavorare insieme nei campi, affrontando all'unisono la durezza della terra come la dolcezza dei suoi frutti, e tutte le stagioni che la vita gli ha riservato.

Al primo posto, però, c'è sempre stata la famiglia. E il loro amore. In tempi di 'amore liquido' per dirla con il sociologo polacco Zygmunt Bauman, di legami incerti, instabili, vulnerabili e relazioni di breve durata, questa storia semplice e lineare ha il gusto insostituibile dei sentimenti puri. E fa rimpiangere ciò che molti non hanno neanche mai vissuto.

Come in un mito greco

Angiolo e Albania sembrano essere l'incarnazione di due personaggi della mitologia greca: Filemone e Bauci che rappresentano l'amore vero in terra tra due esseri viventi. Filemone e Bauci erano due anziani coniugi che vivevano in comunione, sostenuti dall'amore reciproco che faceva di loro un corpo e un'anima. Messi alla prova dagli dei, Zeus ed Ermes, furono gli unici nel villaggio ad accoglierli quando si presentarono in sembianze umane e la loro capanna si trasformò in un tempio.

A Zeus espressero il desiderio di poter chiudere gli occhi nello stesso momento, in modo da non vedere la morte del compagno e della compagna di tutta una vita. Il dio esaudì la loro richiesta. Morirono insieme e in quel momento Filemone fu trasformato in quercia, Bauci in una florida pianta di tiglio. Due alberi uniti eternamente per il tronco. La delicata storia di Albania e Angiolo è degna di un intramontabile mito classico.