Lo specchio virtuale è il primo brevetto di questo nuovo anno, realizzato dallo stesso Amazon, e promette già un enorme successo, come annunciato il 2 gennaio. Le persone che comprano online ormai superano quelle che prediligono ancora lo shopping autentico, soprattutto quando si parla di vestiti. Resta un unico problema che frena tutti gli scettici dello shopping online: la taglia. Si sa che le taglie non sono tutte uguali e che una s di una certa marca d’abbigliamento non calza come una s di una marca diversa. ​Se poi si mettono in conto anche le minuzie come l’adattamento del capo al proprio corpo e i difetti di sartoria, chiunque rimarrà in preda all’indecisione ed escluderà per sempre le piattaforme di shopping sul web, Amazon ha risolto il tutto con un’invenzione innovativa, mai avuta prima, un progetto all’insegna della sperimentazione virtuale: un camerino dentro lo schermo che utilizza la superficie parzialmente riflettente, unita a proiettori e telecamere in grado di riprodurre un’immagine modificata che creano l’illusione proiettata sullo schermo dell’immagine dell’acquirente.

Questo avrà la possibilità di vedere fisicamente un capo sul proprio corpo, lo indosserà virtualmente con un semplice clic, evitando così lo stress delle giornate di shopping e le code al camerino.

La visione di sé in uno specchio virtuale può cambiare la visione del sé autentico?

Con la diffusione dei nuovi stereotipi di bellezza le immagini su social e cartelloni pubblicitari hanno influito moltissimo sulla condizione psicologica della popolazione mondiale, soprattutto donne e adolescenti. L’insicurezza scaturita dall’alto grado di perfezione impossibile da raggiungere accresce man mano che le innovazioni tecnologiche nel campo della moda arrivano sempre più vicine a noi, sempre più tangibili, così da rendere gli standard da raggiungere sempre più scontati e sempre più alto sarà il senso di inadeguatezza di tutti coloro che vengono ‘soggiogati’ inconsciamente dai media.

Nel camerino virtuale ci sentiremo ancora più imperfetti? Probabilmente sì, perché stavolta, anziché noi stessi, sarà uno schermo a dircelo.

Non si tratta quindi solo di confrontarci con modelli di bellezza che, secondo il sè critico di ognuno di noi, dovrebbero essere scontati e facili da raggiungere. La tecnologia sta entrando in contatto con ogni realtà più intima dell’uomo e rischia di compromettere la nostra salute psicologica più di quanto non stia già facendo. Il rischio è sempre alle porte quando si parla di realtà virtuale, perché a confondere quest’ultima con la realtà autentica non ci vuole poi così tanto.