Una ricerca pubblicata sulla rivista "Intelligence" dimostrerebbe come, analizzando i risultati scolastici di 1 milione e mezzo di studenti di 74 Paesi, le ragazze ottengono voti migliori dei ragazzi. Lo studio si basa su un procedimento detto "meta-analisi delle valutazioni", creato dal PISA, un programma internazionale per la valutazione degli studenti. Le migliori prestazioni arrivano al 70%, qualsiasi sia la nazione di appartenenza ed il livello di uguaglianza tra i generi raggiunto. Il distacco italiano si aggira sull'11%, vicino alla media mondiale.

Sono pochissimi gli Stati in cui i ragazzi prevalgono, addirittura solo 3: Colombia, Costa Rica e l' Himachal Pradesh indiano, mentre in un ristretto gruppo di Stati economicamente sviluppati si riscontrano prestazioni paritetiche. Bisogna anche tener conto che la popolazione studentesca mondiale vede in alcuni casi la netta prevalenza del genere maschile in termini di frequenza, soprattutto in zone in via di sviluppo.

Lo studio

La meta analisi è stata condotta in un periodo di tempo di 10 anni, dal 2000 al 2010 e la popolazione scolastica monitorata è quella dei ragazzi e ragazze di 15 anni. La tipologia di analisi PISA si avvale di test che analizzano la padronanza di matematica, lingua d'origine e scienze.

La paternità dello studio è del prof. Gijsbert Stoet, dell'Università scozzese di Glasgow, ma che collabora attualmente con l'Università di Leeds e del prof. David C. Geary del Missouri. Gli studiosi concordano nell'affermare che i risultati ottenuti contrastino con l'ipotesi generale che ci sia una relazione proporzionale tra l'entità della differenza di genere per quanto concerne le prestazioni scolastiche, soprattutto se si parla di matematica o discipline scientifiche.

A scuola non esisterebbe neppure il gap di opportunità economica e sociale fra maschi e femmine, bensì il contrario.

La meta analisi

La meta analisi si avvale della statistica come metodo di valutazione e comparazione dei dati; è uno strumento di ricerca che ha lo scopo di riassumere i dati provenienti da altre ricerche primarie, solitamente indirizzate a discipline scientifiche e mediche.

Sono usati metodi matematici e statistici per l'integrazione dei risultati, il cui scopo è arrivare ad un indice di stima unico che possa permettere conclusioni più attendibili e forti dello studio singolo. Sarebbe interessante anche in ambito medico ma il suo metodo è ancora poco sviluppato per trovare applicazioni in questo ambito. La procedura ha infatti un limite: è uno strumento molto potente poiché offre una sintesi di risultati di vari studi, ma il contenuto informativo ha dei limiti: il risultato può non esprimere le caratteristiche dei singoli componenti e usa scale d'ingrandimento che potrebbero causare errori di libertà.