Secondo lo studio condotto dallo Stockholm International Water Institute, nel 2030 il 47% dell'intera popolazione mondiale avrà problemi a trovare Acqua potabile.Le risorse idriche sono in esaurimento e le nostre speranze sono al momento riposte negli impianti di dissalazione d'acqua del mare, che funzionano ad osmosi inversa, che grazie ad un meccanismo di filtrazione, pressurizzazione e separazione del sale di acqua marina, o comunque non potabile nello stadio attuale, permette a quest'ultima di diventare fruibile per l'uomo.Questi impianti, di enormi dimensioni, sono attualmente installati nel Mar Mediterraneo, nel Golfo Arabico e sulle coste californiane, e rappresentano il futuro e una possibile risposta a questo problema così imminente; infatti, questi impianti permettono di risparmiare circa il 43% rispetto ad un impianto più comune come quello termico.
Ma costruire questi impianti, o anche farli funzionare attivamente e regolarmente, non è esente da problemi.Lo Stockholm International Water Institute ha evidenziato come esistono alcune alghe che rilasciano sostanze tossiche, e queste riescono ad eludere il processo di filtrazione durante la dissalazione. Inoltre, gli scarichi di questi impianti vanno ad inquinare l'ambiente circostante; a prova di questo è stato fatto un esperimento sull'isola di Lipari, dove è presente uno di questi impianti, e si è notata una regressione di Posidonia marina, utilizzata come indicatore di qualità dell'acqua. In parole povere, nelle aree circostanti l'impianto di dissalazione questa pianta acquatica si è ritirata a conferma di acqua non molto pulita.
Psicologia dello spreco
Ma come si è arrivati fino a questo punto? Sicuramente un ruolo chiave lo ha avuto lo spreco di acqua che milioni di persone da tutte le nazioni, con forte disponibilità di acqua potabile, commettono ogni giorno.
Fin da bambini ci viene ripetuto in continuazione di non sprecare l'acqua, di chiudere il getto sotto la doccia mentre usiamo lo shampoo o mentre ci laviamo i denti.
Sono delle accortezze che sappiamo essere giuste, ma nonostante ciò moltissime persone continuano con gli sprechi e con le loro abitudini. Perché accade questo?
Secondo Mia Birau, una ricercatrice specializzata nell'ambito degli sprechi, ci sono vari fattori, a cominciare dalle pubblicità progresso. Infatti, queste pubblicità commettono l'errore di colpevolizzare il consumatore, facendogli notare come i loro sprechi vadino a danneggiare persone che non hanno accesso a quelle risorse, ma questo ha un effetto inverso in quanto il consumatore non si sente così colpevole e continua con il suo stile di vita.
Altro fattore è rappresentato dall'immagine che una persona vuole avere di se. Si vuole apparire come il "buon genitore", per esempio, e si tende a riempire il frigorifero di cibo con la convinzione che questo venga consumato prima che scada, ma spesso questo non avviene.
La soluzione per risolvere questo problema psicologico sembrerebbe essere rappresentata da pubblicità più mirate e più efficaci, nella speranza di riuscire a salvare il nostro futuro.