Infondatezza della notizia di reato”. Con queste parole il sindaco M5S di Roma Virginia Raggi apre il post pubblicato sulla sua pagina Facebook, nel quale allega anche le immagini del decreto di archiviazione del Tribunale della Capitale in merito all’inchiesta sulla nomina di Salvatore Romeo a capo della sua segreteria politica. Secondo la prima cittadina capitolina i giudici mettono così fine a quello che viene definito “un anno di schizzi di fango”. Crolla così, a suo modo di vedere, il castello di carte di accuse, insulti e “ricostruzioni fantasiose” fatte da politici e giornalisti negli ultimi mesi.

Insomma, spiega la Raggi, il tribunale ha accertato quanto fosse falsa l’accusa di aver promosso Romeo al fine di beneficiare delle tre polizze assicurative che l’uomo, in maniera ancora inspiegabile, le aveva intestato e di cui lei non era a conoscenza. Ma cerchiamo di analizzare nello specifico il contenuto del decreto di archiviazione.

Cosa c’è scritto nel decreto di archiviazione?

Consta di 4 pagine il decreto di archiviazione del caso che ha coinvolto Virginia Raggi e Salvatore Romeo per un presunto illecito nella nomina di quest’ultimo a capo della segreteria del Campidoglio. Il documento è scritto su carta intestata del Tribunale di Roma, Sezione giudice per le indagini preliminari, Ufficio 39°.

La ricostruzione dei fatti è chiara e non lascia spazio ad interpretazioni. Il 30 giugno 2016, si legge nel decreto pubblicato dalla Raggi, il Dirigente delle Risorse Umane del Comune di Roma, dottor Viggiano, invia una missiva via mail all’avvocato Carlo Sportelli, Capo dell’Avvocatura Capitolina. Viggiano, per conto del Campidoglio, vuole sapere se l’articolo 90 del Tuel (Testo Unico degli Enti Locali) possa essere interpretato nel senso di estendere anche ai dipendenti dell’ente comunale la possibilità di rivestire l’incarico di addetti allo staff del sindaco.

Proprio il caso di Alfredo Romeo.

L’1 luglio 2016, sempre via mail, l’avvocato Sportelli risponde positivamente, confermando l’interpretazione di Viggiano. È solo a quel punto che il sindaco Virginia Raggi, sicura della liceità dell’iniziativa, l’8 agosto 2016 invia una lettera ufficiale alla Segreteria Generale e al Direttore del Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane del Comune, per esortarli a predisporre gli atti per la stipula di un contratto a tempo determinato in favore di salvatore romeo, a patto che i termini contrattuali rientrassero nei parametri tracciati dal già citato articolo 90 del Tuel.

Da quel momento Romeo diventa responsabile della segreteria del Sindaco, con la delega a curare i rapporti con la Giunta e con gli Enti Pubblici.

‘Il giudice non può non rilevare l’inconsistenza delle accuse mosse al sindaco’

Dunque, secondo il Tribunale di Roma, che ne fornisce una estesa motivazione tecnica nel decreto di archiviazione ed esprime il “convincimento della bontà dell’operato” del sindaco, la nomina di Salvatore Romeo da parte della Raggi rispetta l’articolo 90 del Tuel. Insomma, Virginia Raggi, potendo contare sui numerosi precedenti legali appena descritti, non ha commesso alcun reato nel nominare Romeo, già dipendente del Comune dal 1999 e messo correttamente in aspettativa senza assegni dallo staff del Campidoglio.

A quanto appena scritto si aggiungono, scrive il Gip, il parere rilasciato dall’Anac (Autorità nazionale anti corruzione guidata da Raffaele Cantone) il 31 agosto 2016, pochi giorni dopo il via libera alla nomina di Romeo. Un parere positivo che conferma la “trasparenza dell’operato” di Virginia Raggi, considerato anche che lo stesso Cantone non ha avuto nulla da eccepire circa la legittimità della nomina, ma ha solo richiesto una revisione al ribasso del trattamento economico, come poi effettivamente avvenuto. Per concludere, si legge nel documento, “il giudice non può non rilevare l’inconsistenza delle accuse mosse al sindaco”. E nessuno “stravagante appiglio probatorio” può essere cercato nella vicenda delle tre polizze assicurative sottoscritte da Romeo all’insaputa della Raggi.