Ieri, 24 febbraio 2018, i 15 membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno approvato la richiesta di un'immediata tregua umanitaria dei bombardamenti in Siria, della durata minima di un mese. L'appello è stato lanciato ad entrambi le parti coinvolte nella guerra, al fine di permettere l'arrivo dei soccorsi volontari nel territorio, per garantire gli aiuti sanitari e umanitari ai civili. Sì, perché stiamo parlando di quasi 450 mila persone inermi che sono continuamente afflitte da bombardamenti, violenze e terribili condizioni di vita.

I termini dell'accordo

Olof Skoog, ambasciatore svedese, ha sottolineato che non si tratta di un protocollo di pace, ma di un atto umanitario firmato ed approvato in modo unanime dai 15 membri del Consiglio. La richiesta, voluta con grande fermezza, e gli appelli di denuncia piuttosto decisi, hanno convinto anche la Russia ad apporre la sua firma sul documento. Mosca ha richiesto che siano esclusi gli attacchi contro i reparti terroristici come Isis, Al Nusra e Al Qaeda.

Unanimità

Fondamentale, per giungere all'accordo, è stata l'unione morale e decisionale di tutti i membri della commissione, tra cui anche la Cina. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si è espresso con fermezza e prontezza sulla questione, denunciando esplicitamente quanto accaduto di recente in Siria, parlando senza mezzi termini di "disastro umanitario".

Sulla questione sono intervenuti anche la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron, i quali hanno lanciato un appello al lealista di Assad, Putin, chiedendo una tregua.

Sette anni di guerra

Una tregua necessaria dopo ben sette anni di guerra ed una continua escalation di violenza. L'11 marzo cadrà proprio il settimo anniversario dall'inizio del conflitto, durante il quale il regime di Assad ha avuto la meglio, forte anche del sostegno della Russia.

Quest'ultima, nel corso della guerra, ha fatto valere in undici occasioni il diritto di veto per far cadere le accuse di strage, anche quando sono state utilizzate le armi chimiche, come il gas sarin nel 2013, drammatica vicenda che stava per spingere Barack Obama ad intervenire direttamente.

Guadagnare tempo per portare avanti le conquiste territoriali, sanzioni bocciate, stragi impunite e violenze giustificate.

Intanto i civili muoiono, bambini compresi, e con loro anche i diritti umani. Gli esperti del settore hanno definito questo conflitto come un vero e proprio sterminio e genocidio. Circa 400 mila persone si trovano nella periferia di Damasco senza cibo e in condizioni di vita difficilissime. I bombardamenti non si fermano, e di recente sono state prese di mira anche le strutture sanitarie (se ne contano 23 al momento). Anche il Ghouta orientale è stato attaccato, e ad oggi si contano 500 morti, bombardamenti repentini e un orfanotrofio distrutto. I volontari presenti in quest'area parlano di una zona totalmente disastrata, di città fantasma in cui madri e figli hanno paura e ne hanno tutti i diritti e i motivi.

Con l'approvazione della richiesta di tregua, per la popolazione siriana traspare finalmente uno spiraglio di luce tra gli alberi: la speranza.