Da sette mesi sta seminando il panico a cesiomaggiore e dintorni con incendi, attentati, intimidazioni, buste alla finta antrace, persino spilli conficcati nelle caramelle lasciate davanti all'asilo. Il mitomane che si firma erostrato e ha scosso le valli della provincia di Belluno, sarebbe uno e trino. C'è una famiglia di tre persone, padre e madre sessantenni con figlio trentenne, iscritta nel registro degli indagati e finita nel mirino degli inquirenti. Carabinieri e procura di Belluno stanno cercando di arrivare alla svolta nelle indagini dopo la perquisizione fatta nella casa dei sospettati.
Una delle tre case perquisite. Decisivo sarà il test del Dna da parte del Ris di Parma su lettere e documenti sequestrati.
Nella casa dei sospettati
Per i carabinieri il mitomane Erostrato è un personaggio nato con la complicità di tre componenti di una famiglia "normale", o comunque va cercato tra di loro. Una famiglia che abita proprio al centro del paese di Cesiomaggiore, conduce una vita piuttoso appartata, ma ha in casa oggetti d'interesse investigativo. Certo, la prova schiacciante non è stata trovata, ma indizi significativi sì: il "Mein Kampf" di Hitler, letture che in sintonia col personaggio descritto dal criminologo interpellato dalla Procura, ovvero di un neonazista sociopatico. E poi testi su nazismo magico, sette segrete ed esoterismo da cui potrebbe aver copiato i simboli con cui ha 'firmato' le sue incursioni al cimitero o nelle chiesette locali, o le svastiche con cui ha inciso le lettere anonime inviate al giornale locale o al sindaco.
E poi testi di chimica, quale il Manuale di batteriologia che pure hanno qualche affinità con le formule chimiche a cui fa il riferimento il maniaco che ha inviato lettere con una polverina bianca spacciata per antrace. Poi quaderni a quadretti con fogli strappati che potrebbero essere stati utlizzati per inviare le lettere intimidatorie al sindaco Carlo Zanella, alla scuola e al "Corriere delle Alpi".
In quella casa anche gli spilli, oggetti d'uso comune certo, ma che erano anche nelle caramelle lasciate in un sacchetto all'asilo. Mentre non si trova la penna rossa con cui in stampatello sono state scritte le lettere. Le ipotesi di reato per i tre indagati sono di procurato allarme, incendio, minacce, e tentata estorsione.
Indagini
I computer sequestrati nella casa saranno passati al setaccio da un consulente informatico alla ricerca di indizi. Sarà importante controllare i motori di ricerca e anche la cronologia di Internet per valutare che tipo di ricerche siano state fatte. Magari informazioni che abbiano a che vedere con gli attentati fatti. Poi ci saranno le perizie calligrafiche per mettere a confronto le lettere inviate dal mitomane con la scrittura dei componenti della famiglia indagata. Una famiglia che pare avere qualche disagio, il figlio di trent'anni non lavora, e che in un paese dove si conoscono tutti pare segnalarsi per uno stile di vita riservato se non rintanato. Fondamentale sarà nei prossimi giorni il lavoro dei Ris di Parma: a caccia del Dna del folle o chi per lui, gli esperti investigatori col camice confronteranno i reperti raccolti sui luoghi degli attentati con i nuovi materiali sequestrati.
Si spera di arrivare alla prova decisiva. Al vaglio anche la denuncia di una bidella di Montebelluna che dice di sapere chi si nasconde dietro al mitomane. Il misterioso personaggio ribattezzato "l'unabomber del Veneto", che vanta una cultura classica e infatti ha scelto proprio di darsi il nome del pastore che distrusse il tempio di Artemide, forse cela un 'segreto' di famiglia che ha più a che vedere con un problema di salute mentale che con presunti retroscena satanici.