Quanto successo a Macerata è uno degli episodi di Cronaca Nera più brutali mai successi in Italia. Il corpo sezionato e tagliato a pezzi di una giovane ragazza appena maggiorenne ha fatto indignare tutta italia, a tal punto da generare risentimenti così forti da armare la mano di Luca Traini. La sparatoria che ne è scaturita ha riempito, e continua a riempire, i rotocalchi quotidiani più importanti.

La videochiamata

Il nigeriano Innocent Oseghale non era solo il giorno dell'omicidio di Pamela Mastropietro. Nell'appartamento in cui viveva l'uomo quella mattina c'erano altre due persone, "le ho viste con i miei occhi.

Ci siamo sentiti diverse volte al telefono quel giorno e abbiamo fatto una videochiamata. È proprio grazie al video che mi sono accorta che non era solo in casa ma c'erano almeno altri due suoi connazionali. Non li ho mai visti prima ma posso descriverli" dice la fidanzata italiana di Oseghale. Si chiama Michela P. e ha 35 anni, compagna e madre di una bambina di appena 11 mesi avuta con il sospettato.

Grazie alle sue testimonianze e ricostruzioni gli inquirenti hanno tratto in arresto gli altri presunti complici di Innocent, quali Desmond Lucky di 22 anni e Awelima Lucky di anni 27, tutti nigeriani. La videochiamata tra la coppia c'è stata proprio il giorno dell'assassinio e occultamento della giovane Pamela.

Probabilmente grazie alla qualità dello smartphone utilizzato la compagna è riuscita a riconoscere i due uomini che erano con lui quel giorno. La fidanzata ha collaborato fino in fondo fornendo tutti i dettagli richiesti dai carabinieri, come persona informata sui fatti e dunque una testimone. La ragazza sarà con molta probabilità chiamata a testimoniare non appena le indagini saranno concluse e i magistrati avranno istruito il processo.

Comunque Michela riferisce di non aver notato nulla di strano nei volti dei compagni di Oseghale o del suo fidanzato, ovvero non le sembravano preoccupati e neppure sconvolti ma decisamente rilassati.

Le telefonate tra i presunti complici

Tra Innocent e Desmond Lucky il giorno dell'omicidio ci sono state ben 17 telefonate, ma quando è stato interrogato sul contenuto delle telefonate ha riferito di aver parlato solo di scommesse: "Non ho ucciso quella ragazza, non l'ho mai conosciuta e non sono neppure mai entrato nell'appartamento di Innocent" dice Desmond agli inquirenti. Ora tutti i dispositivi elettronici sono stati sequestrati e verranno sottoposti ad ulteriori accertamenti per verificarne il contenuto e confermare o negare la tesi dell'interrogato.