‘Desaparecidos. Ayudanos a encontrarlos’ (Scomparsi, aiutateci a ritrovarli). È questa la frase, scritta in caratteri cubitali, che compare sul manifesto diffuso in messico per denunciare la scomparsa di tre cittadini italiani, originari di Napoli. I tre uomini, tutti venditori ambulanti, sono stati visti l’ultima volta nella cittadina di Tecalitlan, nello Stato di Jalisco, a 50 minuti di auto da Ciudad Guzman, il 31 gennaio 2017. I loro nomi sono: Raffaele Russo (60 anni), il figlio Antonio Russo (25 anni) e Vincenzo Cimmino (29 anni). Le ipotesi sulla loro scomparsa comprendono anche rapporti con i narcotrafficanti messicani o con la camorra napoletana, anche se i familiari smentiscono decisamente contatti con la malavita.
Ma a rendere la vicenda ancora più inspiegabile è il fatto che, negli anni scorsi, già altri tre italiani, anche loro originari della città partenopea, sono spariti nel nulla, o sono stati ritrovati cadaveri, in circostanze misteriose nello Stato centramericano.
Il precedente dei napoletani scomparsi o morti in Messico
Dunque, come accennato sopra, rappresenta un giallo nel giallo la scomparsa dei tre cittadini italiani, napoletani di nascita, scomparsi senza lasciare traccia in Messico da ben 18 giorni. Prima di loro, infatti, stessa sorta era toccata ad altri tre concittadini. Stiamo parlando di Ciro Poli, un ragazzo di 21 anni, nato nel quartiere Ponticelli, di cui nel novembre 2013 si perdono le tracce.
Si era gettato nel business della vendita di generatori elettrici nella città di Monterrey, ma il 5 novembre il suo corpo viene ritrovato carbonizzato all’interno della sua auto. Non si scoprirà mai se il giovane sia stato ucciso o sia solo rimasto vittima di una disgrazia. Il secondo precedente che coinvolge napoletani in Messico è quello di Roberto Molinaro.
l’uomo di 36 anni, residente nella zona del Lavinaio di piazza Mercato è scomparso il 2 ottobre 2014. La circostanza inquietante è che anche lui si era trasferito in Messico per vendere generatori elettrici. Il terzo ‘figlio di Napoli’ ad aver fatto una tragica fine si chiamava Filippo Guarracino, ragazzo di 30 anni morto nella località turistica di Cancun nell’aprile del 2004, dopo un terribile pestaggio subito, forse, da agenti di polizia.
I particolari sulla scomparsa dei tre italiani
Tornando ai recenti fatti di cronaca, c’è da aggiungere che i tre napoletani scomparsi a circa 700 chilometri da Città del Messico ufficialmente svolgevano la professione di venditori ambulanti di articoli di abbigliamento, acquistati in Italia da commercianti cinesi. In un comunicato, i familiari escludono l’ipotesi che potessero essere legati alla camorra e annunciano di non aver ricevuto alcuna richiesta di riscatto. Il giorno della scomparsa di Raffaele Russo, quando il suo telefono risultava muto, altri due figli dell’uomo, Francesco e Daniele (anche loro trasferitisi in Messico), affermano di aver avvertito il fratello Antonio il quale, insieme all’amico Vincenzo Cimmino, era andato a cercare il padre.
Poi, più nulla fino alla denuncia di scomparsa. I Russo raccontano che nella vicenda potrebbero essere coinvolti diversi agenti di polizia, visti da alcuni testimoni insieme alla presunte vittime. Ma le autorità messicane negano questa circostanza.