"Non dire mai a me non accadrà, io non lo farei mai, perché la vita sa essere imprevedibile e nessuno è immune da certe cose". Alla luce della tragedia che si è consumata oggi, il post pubblicato il 10 febbraio scorso sulla pagina Facebook dell'appuntato napoletano di 42 anni Luigi Capasso, sembra una dichiarazione d'intenti, l'annuncio di un piano che ha eseguito. Stamani il militare a Cisterna di Latina ha sparato con la pistola d'ordinanza alla moglie Antonietta Gargiulo, 39 anni, da cui si stava separando e che ora è ricoverata in gravi condizioni all'ospedale San Camillo di Roma.

Poi l'uomo si è barricato in casa con le figlie di sette e 13 anni. Quando sono state avviate le trattative con i colleghi, aveva già ucciso le figlie, ma lo ha nascosto per ore. Quindi si è suicidato.

"E' stato mio marito, mi ha preso le chiavi"

Alle 5 di stamattina, l'appuntato originario di Secondigliano in servizio a Velletri, dopo aver staccato dal turno di notte, è andato a casa della moglie da cui si stava separando. La donna abita a Cisterna di Latina al residence di via Collina dei Pini, al confine fra le province di Roma e Latina. Lì è arrivato armato della pistola d'ordinanza. Ha aspettato la moglie in garage: sapeva che doveva andare allo stabilimento della Findus dove lavora come operaia.

I vicini hanno sentito quattro colpi, tre l'hanno raggiunta alla guancia sinistra, all'addome e alla spalla. "E' stato mio marito, è stato mio marito, mi ha preso le chiavi di casa, state attente alle bambine" ha urlato la donna a terra ma cosciente ai vicini che l'hanno soccorsa. Temeva il peggio.

"Non sentiamo le voci delle bambine"

Nel frattempo Capasso le aveva rubato le chiavi di casa dalla borsa ed è salito nell'appartamento dove è rimasto barricato nove ore. Le figlie di 7 e 13 anni le ha uccise quasi subito mentre dormivano: "Non sentiamo le voci delle bambine", hanno detto i vicini preoccupati. Né grida di terrore, né richieste d'aiuto: solo un fosco silenzio.

Quando sono arrivati i carabinieri negoziatori professionisti e colleghi dei reparti speciali a trattare con Capasso, la speranza era che le bambine fossero ancora vive. Per ore lui lo ha fatto credere. Si è capito che così non era quando da un balconcino all'altro all'appuntato hanno passato al telefono il fratello al quale ha detto: "ho fatto quello che dovevo fare". Quindi è rientrato in casa e si è tolto la vita sparandosi in camera da letto. Infine i carabinieri hanno fatto irruzione in casa trovando i tre corpi senza vita.

Segnali sottovalutati

Per la gelosia e comportamenti violenti di Capasso, il matrimonio era giunto al capolinea. Antonietta aveva chiesto la separazione e da ottobre lui non viveva più in casa.

L'appuntato non aveva reagito bene. Lei aveva cambiato la serratura della porta, dopo che c'erano stati episodi di violenza. Specie uno: era stata aggredita e picchiata sotto casa davanti le bambine perché Capasso non accettava la fine del legame. Lei non l'aveva denunciato per evitare che gli ritirassero la pistola d'ordinanza, quella con cui oggi ha compiuto la strage, e per non fargli perdere il lavoro: un atto di generosità, pagato caro. Si era limitata a un esposto. Secondo Maria Belli, avvocato di Antonietta, le bambine avevano paura del padre e lo avevano incontrato nel corso di due incontri protetti. Ora la donna, trasportata con l'eliambulanza al San Camillo dove è arrivata cosciente, è in prognosi riservata.

Sottoposta a sedazione profonda, non è stata messa al corrente di quel che è accaduto. Non sa che le sue figlie non ci sono più. Capasso voleva uccidere veramente la moglie? A distanza ravvicinata avrebbe potuto farlo. Da come sono andate le cose, sembrerebbe che abbia intenzionalmente realizzato un preciso piano: 'punirla' strappandole per sempre le figlie.