'Piggyback' , ovvero 'cavalluccio', è il nome della tecnica usata, qualcosa che per noi umani è al di là dell'immaginabile: trapiantare un nuovo cuore ma senza estrarre quello deteriorato. In parole povere un miracolo in sala operatoria: è quanto accaduto a Hyderabad, nello stato di Telangana in India. Un prodigio favorito dall'inventiva e intraprendenza del chirurgo cardiotoracico Gopala Krishna Gokhale e del suo staff, incensati dai giornali indiani come nuove divinità del pantheon induista. Tutto è iniziato con un intervento di 'routine': un trapianto di cuore su un paziente 56enne.

Ma durante l'operazione c'è stato un imprevisto sconcerante: il cuore del donatore era troppo piccolo. Ed è allora che è scattata l'iniziativa di una equipe medica tanto tecnicamente esperta quanto creativa.

Due cuori in petto

L'intervento prodigioso è avvenuto la scorsa settimana all' "Apollo Hospital" di Hyderabad, nello stato indiano di Telangana. Un 56enne affetto da insufficienza cardiaca allo stadio terminale aveva urgente bisogno di un cuore nuovo. E' entrato in sala operatoria per eseguire un Trapianto "standard", se così possa definirsi la sostituzione di un organo invecchiato e malconcio con uno nuovo. Intervento già di per sé delicatissimo e difficile. Ma al momento della sostituzione del muscolo cavo, ecco sopraggiungere un ostacolo cruciale.

L'equipe medica si è accorta che il nuovo 'pezzo' da inserire era appartenuto a un adolescente ed era di misura troppo piccola, come fosse stato un abito di taglia small. Ma in questo caso la posta in gioco era molto alta: salvare la vita al paziente. D'altra parte, nessuno dei due organi era abbastanza forte da poter funzionare da solo.

L'unica scelta salvavita era far battere due cuori nella stessa persona. E' stato in quel momento che il chirurgo cardiotoracico Gopala Krishna Gokhale, dovendo decidere alla svelta il da farsi, ha attuato l'originale piano d'emergenza. Provare ad eseguire la rara procedura chiamata appunto piggyback o trapianto eterotopico, che consente di avere due cuori in modo tale che quello nuovo faccia da supporto al vecchio.

La sofisticata tecnica operatoria di trapiantare un organo nuovo senza estirpare l'originale, fu proposta e sperimentata per la prima volta dal pioniere dei trapianti cardiaci, Christian Barnard nel 1974. E' la terza volta in India che viene fatto questo tipo di intervento, mentre sono circa150 le procedure analoghe fatte in tutto il mondo. Il dato la dice lunga sull'eccezionalità dell'evento. L'operazione è riuscita ed ora il paziente 56enne ha un secondo cuore posizionato tra il polmone destro e l'originale.

Come due tamburi a ritmi diversi

Chissà quale strana sensazione debba provare quest'uomo ora che, se ad esempio si trovi a provare una forte emozione, non sentirà un solo cuore in gola, ma due.

E quando poggerà la mano sul petto per ascoltare il battito, ne sentirà due a due ritmi differenti, come se avesse una piccola orchestra di tamburi. I due cuori si completano l'un l'altro e favoriscono la circolazione del sangue. Ma per quanto la chirurgia faccia miracoli, a sincronizzare il ritmo ancora non ci ha pensato, anche perché è problema minoritario. La pressione sanguigna è vicina alla norma ora: anche se l'uomo appare in buone condizioni, l'equipe medica non può escludere che ci potrebbero essere complicazioni. Oltretutto, in caso di futuri intoppi, problema nel problema sarà capire quale dei due cuori potrebbe avere un 'guasto'.