Negli ultimi mesi la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante: questa volta è l'ambito dei trapianti a giovarne notevolmente, grazie all'ottenimento del primo embrione ibrido pecora-uomo. La scoperta si avvicinerebbe molto alla fantascienza, ma in realtà si sta cercando da anni di dare vita ad esseri viventi metà animali e metà umani con l'obiettivo di poterne trapiantare gli organi. Dopo il maiale-uomo, sembrerebbe che l'ibrido pecora-uomo abbia tutte le carte in regola per poter finalmente dare una svolta alla medicina moderna. Sono molti i vantaggi che questo nuovo embrione presenta e l'Università della California li ha accuratamente descritti.

Nuova scoperta dopo il maiale-uomo

Le uniche volte in cui abbiamo sentito parlare di esseri viventi costituiti per metà da una parte animale e per l'altra metà da una umana è stato solo in ambito mitologico: ne è un esempio il centauro, figura appartenente al mito greco nella quale si fondono l'uomo e il cavallo. Mai dunque si sarebbe pensato che qualcosa di questo tipo potesse essere portato alla realtà, ma l'Università della California ha deciso di spingersi oltre i limiti della natura, provando a dare vita a figure chimeriche con scopi medici. Il primo tentativo è stato fatto all'incirca un anno fa, quando il team di ricercatori è riuscito ad ottenere il primo embrione ibrido maiale-uomo. Alla base di tale indirizzo scientifico vi è una semplice intuizione: dato che le statistiche hanno messo in luce una notevole disparità tra la necessità di trapiantare gli organi e la disponibilità degli stessi, si è pensato bene di provare a bypassare l'ostacolo andando a creare l'organo di cui si ha bisogno direttamente in laboratorio.

Inoltre, per evitare che questo possa essere rigettato, si è capito che bisognava conferire all'embrione un qualcosa che lo collegasse all'uomo. Così si è provato a far crescere organi tipicamente umani, per conformazione e per caratteristiche, in esseri viventi appartenenti al regno animale, ottenendo in primis il maiale-uomo e poi la pecora-uomo.

Trapianti: gli organi della pecora-uomo

Dopo solo un anno dall'ottenimento del maiale-uomo, l'Università della California è riuscita a dare vita all'ibrido pecora-uomo. Si tratta di un vero e proprio passo in avanti in quanto la composizione dell'essere chimerico è nettamente differente: mentre nel primo esperimento si era registrata la presenza di una cellula umana ogni 100mila cellule; il rapporto nell'ultimo embrione era di una su 10mila.

In questo modo il rischio di rigetto a seguito del trapianto è stato ridotto ulteriormente. Ma i vantaggi non sono finiti qui: mentre per il classico organo umano è necessario attendere la disponibilità dello stesso, con la crescita dell'ibrido in laboratorio lo si potrà ottenere ogni qual volta si avrà la necessità. Per di più, i tempi di crescita dell'embrione sono relativamente più brevi. Il progetto è visto di buon occhio da diversi finanziatori americani, i quali hanno deciso di investire un gran numero di risorse con l'obiettivo di poter utilizzare in futuro tale tecnica nelle strutture ospedaliere.

Quando sarà possibile attingere gli organi dalla pecora-uomo?

Per il momento, il progetto scientifico dell'Università della California si è limitato solo ed esclusivamente all'ottenimento dell'embrione.

Per legge, infatti, è impossibile far crescere animali chimerici per più di quattro settimane. In virtù di ciò, la gestazione sia del maiale-uomo che della pecora-uomo è stata interrotta prima che venisse raggiunto il limite massimo. Nonostante ciò, si pensa che tale intuizione possa un giorno essere utilizzata nell'ambito dei trapianti umani. Solitamente le tempistiche sono piuttosto lunghe, tanto che spesso dalla scoperta alla sua applicazione trascorrono all'incirca 20 anni. Questa volta però potrebbe volerci qualche anno in più, dato che al momento non si è ancora parlato di quali potrebbero essere i reali rischi di uno xenotrapianto. A prescindere dalla sua fattibilità, la pecora-uomo resta comunque un altro grande traguardo ottenuto dalla ricerca scientifica.