Il numero 3, sembra essere questo il numero chiave per fare piena luce sull’omicidio del piccolo Loris Stival, ucciso a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, il 29 novembre del 2014. Il numero 3 viene rievocato in tv dall’avvocato Francesco Villardita, difensore di Veronica Panarello, la mamma della piccola vittima e unica imputata e condannata per omicidio volontario e occultamento di cadavere con l’aggravante del rapporto di parentela. Uno dei fatti più gravi di Cronaca Nera negli ultimi anni che ha sconvolto non solo il piccolo centro siciliano di Santa Croce Camerina ma l'intera nazione.

Del caso ancora si continua a parlare su giornali e tv in attesa della conclusione del processo di secondo grado. Nella prima parte della requisitoria chiesta la conferma della condanna emessa in primo grado per la mamma presunta assassina del figlio.

Il ruolo del nonno paterno di Loris

Il terzo protagonista della storia è il suocero della donna, Andrea Stival, già tirato in ballo da lei che ha parlato di una loro presunta relazione extraconiugale e ha accusato il presunto amante dell’omicidio del piccolo, autoaccusandosi nello stesso tempo di occultamento di cadavere. Si aspetta la nuova udienza del processo di secondo grado, per la seconda parte della requisitoria in programma ad aprile. “Insisteremo sui motivi d’appello”, ha detto l’avvocato Francesco Villardita intervistato da Gianluigi Nuzzi a Quarto Grado su Rete 4.

Veronica replica a Davide in tv

Intanto Veronica Panarello replica con una lettera letta in tv a Quarto Grado al marito Davide Stival, che nei giorni scorsi, nella stessa trasmissione, ha presentato il suo libro intitolato “Nel nome di Lorys”. “Davide – ha detto Veronica - mi ha molto toccato. Sono rimasta colpita del fatto - ha proseguito la presunta infanticida - che lui dica: ‘avevamo tutto’.

Ma la sua costante assenza fisica e mentale – ha sottolineato la donna - ha pesato molto nella mia vita. Un giorno, quando finirà la mia detenzione, parlerò a lungo della mia vita con Davide". Non ora, i pensieri in carcere vanno ad altro. "Per prima cosa – ha detto facendo riferimento all’altro figlio - devo delle spiegazioni a Diego, voglio essere presente - ha aggiunto - nella sua vita.

Sono sempre sua madre ha evidenziato la donna nella lettera - come Davide ha detto in tv".

‘Ero totalmente sconvolta’

Veronica è un fiume in piena, e soprattutto intende replica a Davide sulla storia del viaggio che la donna avrebbe proposto di fare al marito dopo la morte del figlio. Una circostanza che lascia intendere che la donna volesse scappare dalla Sicilia per sottrarsi alla giustizia che però è arrivata otto giorni dopo il ritrovamento del cadavere del piccolo con l’arresto della mamma già condannata in primo grado a trent’anni di carcere con il rito abbreviato. “Apprezzo la scelta di Davide di devolvere i proventi del libro in un libretto a nome di Diego, anche se io – ha scritto Veronica Panarello nella lettera letta in tv a Quarto Grado - avrei istituito una fondazione in nome di Loris, per aiutare - ha spiegato - i bambini bisognosi”.

E ora arriva la replica all’ex marito.

Smentita la storia del viaggio

“Sulla storia della mia richiesta di un viaggio fatta a Davide – ha detto la donna - vorrei si mettesse la parole fine per sempre. Ero totalmente sconvolta - ha aggiunto - dalla notizia". Quasi incapace di intendere e di volere, secondo la sua versione. "Incapace di accettare lucidamente - ha proseguito Veronica Panarello nella lettera scritta dal carcere e inviata a Quarto Grado - la morte di mio figlio. Priva di lucidità, tant’è – ha sottolineato - che ho parlato di tutti e quattro”.