Si chiama Luca Cellamare, 35 anni, una moglie e due figlie ancora in tenera età. Di mestiere fa il poliziotto del Reparto mobile ed era in servizio a Torino giovedì scorso, 22 febbraio, allo scopo di contenere la manifestazione dei centri sociali contro un’iniziativa di Casapound. Cellamare, rimasto seriamente ferito ad una natica durante gli scontri con gli antifascisti, rilascia oggi un’intervista al Corriere della Sera in cui si sfoga per quanto accaduto. A suo modo di vedere, la gestione dell’ordine pubblico nelle piazze italiane, in maniera cosiddetta “politically correct”, non funziona.

Contro quelli che definisce i “due tipi di fascismo”, dei fascisti e degli antifascisti, ci vuole più “disciplina”. Parole che evocano antichi fantasmi, proprio in un giorno di massima tensione per le manifestazioni previste in diverse città italiane, tra cui Roma e Palermo. Intanto, il Viminale lancia l’allarme contro il rinascente estremismo politico.

Il racconto di Cellamare

Intervistato da Giusi Fasano per il Corriere della Sera, il ‘celerino’ Luca Cellamare racconta i concitati momenti degli scontri di Torino, scoppiati tra centri sociali, estremisti di sinistra, antifascisti e forze dell’ordine poste a difesa dell’albergo dove Simone Di Stefano, leader di Casapound, stava presentando i candidati dei ‘fascisti del terzo millennio’ alle prossime elezioni politiche del 4 marzo.

Lui, nonostante la ferita alla natica, provocata da un bullone contenuto in una bomba carta, afferma di essere rimasto a lavorare vicino ai colleghi per oltre un’ora, perché ancora “pieno di adrenalina”. Nonostante il dolore, Cellamare, addetto ai lacrimogeni, in quei concitati momenti aveva solo “l’idea di aiutare gli altri”.

Lui si dice convinto che il suo mestiere sia una “missione”, ma non ci sta a tacere di fronte ad una situazione che considera ormai fuori controllo. Torino è stata “ostaggio di 400-500 teppisti pregiudicati” appartenenti ai centri sociali di tutta Italia. Presunti antifascisti che rappresentano solo l’altra faccia del fascismo e che avrebbero bisogno, insieme ai fascisti, di un po' di “disciplina”.

Concetto non meglio specificato.

L’allarme del Viminale

Intanto, proprio nel giorno in cui in diverse città italiane sono previste manifestazioni di destra e di sinistra, il ministero dell’Interno, guidato da Marco Minniti, lancia l’allarme per un crescente “tentativo di stabilizzare” le istituzioni democratiche messo in atto sia dai fascisti che dagli antifascisti. Per quanto riguarda l’estrema sinistra, l’ideologia No global non rappresenterebbe più, secondo il Viminale, il collante della protesta, sostituita ora dal ritorno all’antifascismo militante in stile anni ‘70 del Novecento. Caso emblematico è rappresentato dall’aggressione a un esponente di Forza Nuova avvenuta a Palermo. Per questo Minniti ha deciso di “non fare sconti a nessuno” in caso di nuove violenze.