Non accenna ad attenuarsi la eco dell’aggressione contro il responsabile provinciale di Forza Nuova, Massimo Ursino, avvenuta a Palermo nella serata di ieri, 20 febbraio. Oggi Ursino decide di pubblicare un lungo post sul suo profilo Facebook, nel quale racconta la sua versione dei fatti e si sfoga per quanto accaduto. Intanto, il giornalista de La Zanzara e di La7, David Parenzo, annuncia querela contro Forza Nuova che, insieme a Laura Boldrini, lo ha indicato come mandante morale dell’agguato di Palermo.

Il post di Massimo Ursino: ‘Siamo in guerra’

Massimo Ursino, il responsabile di Forza Nuova per la provincia di Palermo aggredito e picchiato ieri da 6 persone a volto coperto, decide di fornire la sua versione di quanto avvenuto pubblicando un lungo post su Facebook. “Lotta all'aborto, all'immigrazione, alla massoneria" sono questi i punti fondamentali del programma di FN da oltre un ventennio che, scrive Ursino, sono stati come una "dichiarazione di guerra". L'esponente di FN si dice convinto che questa scelta sia oggi stata compresa dagli italiani i quali non accettano più il "ricatto morale del politicamente corretto”. L'attivista di estrema destra se la prende con un impersonale “potere” che sta facendo di tutto per chiudere ogni possibilità di dialogo alla sua area Politica, costringendola ad una sorta di isolamento istituzionale.

‘Sono un soldato politico’

Ursino si definisce un “soldato politico”, convinto che, colpendo lui, sia stata colpita l’idea alla quale appartiene, insieme agli altri militanti di Forza Nuova. Poi, con toni forse eccessivamente retorici, definisce il suo un “sacrificio” che rappresenta anche “il sacrificio di tutti”. Racconta che il suo corpo, che si dimenava sotto ai colpi dei presunti antifascisti autori del pestaggio, rappresenta “la ferrea volontà di una parte di popolo a non farsi legare”, come è accaduto a lui.

Massimo Ursino, a nome di Forza Nuova, rifiuta con disprezzo “la condanna ipocrita di quelle autorità politiche” che, secondo lui, “almeno moralmente hanno le mani sporche di sangue” perché aizzano “la canea dell’antifascismo militante” al solo scopo di continuare ad occupare “posti di potere”.

Un ‘gesto infame’ legittimato dai media

Massimo Ursino non se la prende solo con la politica, ma anche con i mass media che “dai minareti degli altoparlanti dell’informazione” stanno appositamente calcando la mano sui suoi precedenti penali, in modo tale da legittimare, sostiene, “la ferocia del gesto infame” compiuto ai suoi danni. Insomma, per concludere, non sarà attraverso la “mistificazione”, la “demonizzazione” e le “minacce di scioglimento di Forza Nuova che il sistema “riuscirà a soffocare l’avanzata del patriottismo”.