Madri disperate che chiedono alla giustizia la decadenza o la riduzione della loro potestà genitoriale per un motivo particolare: evitare che i figli diventino delinquenti, o meglio finiscano nei 'tentacoli' della 'ndrangheta. Non è la trama di un film ma la realtà. Siamo a Reggio Calabria. "Toglieteci i figli o diventeranno mafiosi". Questa la richiesta fatta da una ventina di donne calabresi, negli ultimi 6 anni, al presidente del Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria. Le mamme reclamano la decadenza o la riduzione della potestà genitoriale per preservare l'incolumità psicofisica dei giovani, che quasi sicuramente verrebbero assoldati dalla 'ndrangheta.

Donne e uomini vogliono rinunciare alla responsabilità genitoriale

La storia delle mamme coraggio che, per tutelare i figli, sono disposte a rinunciare alla responsabilità genitoriale, è stata raccontata da Libera, nota associazione antimafia. Il giudice Roberto Di Bella, presidente del Tribunale per i minori di Reggio Calabria, ha scritto un lungo articolo sul quotidiano Repubblica sulla suddetta supplica di molte donne calabresi, spiegando quanto siano state importanti per la crescita dei ragazzi.

Non solo donne. Sembra che in Calabria anche molti boss finiti in carcere abbiano chiesto alla giustizia la decadenza o la riduzione della responsabilità genitoriale per sottrarre i loro figli al contesto malavitoso.

Tra coloro che hanno fatto la curiosa richiesta al presidente del Tribunale per i minori di Reggio Calabria c'è Giuseppe, 43 anni, boss della 'ndrangheta in carcere da oltre un decennio.

Giuseppe è sottoposto al regime del 41 bis per reati gravi, ovvero associazione mafiosa e omicidio. Il boss probabilmente non uscirà mai di prigione, non potrà più divertirsi, sorridere e giocare con il figlio, che oggi ha 13 anni.

Anche Giuseppe ha chiesto a Roberto Di Bella di 'salvare' il figlio. Il giovane infatti potrebbe finire nelle mani delle 'ndrine.

Non tutti detestano Di Bella

In Calabria la 'ndrangheta teme Di Bella perché è intenzionato a togliere la potestà genitoriale a tutti i boss e affiliati alle cosche. Non tutti, però, detestano il magistrato.

C'è chi è convinto che i giovani vadano allontanati dalla malavita. La sperimentazione di togliere i minori alle famiglia malavitose, per ora, è riuscito. Molti ragazzi hanno ringraziato il giudice Di Bella. "Non tornerò mai più in Calabria", ha scritto una ragazzina, oggi 15enne, in una lettera inviata al presidente del Tribunale per i minori di Reggio Calabria. Anche la minore era stata allontanata dalla Calabria successivamente all'arresto di entrambi i genitori.