Luca Traini, il 28enne che ieri 3 febbraio ha sparato a 6 passanti stranieri, è ora in carcere con l’accusa di tentata strage e aggravante di razzismo. È stato trasferito nello stesso penitenziario di Innocent Osenghale, il 29enne nigeriano accusato dell’omicidio di Pamela Mastropietro e di occultamento di cadavere.

Secondo quanto dichiarato dallo stesso Traini, sarebbe stato l’atroce omicidio della giovane Pamela a provocare la furia dell’ex candidato della Lega. “Ero in auto e stavo andando in palestra quando ho sentito per l'ennesima volta alla radio la storia di Pamela.

Sono tornato indietro, ho aperto la cassaforte e ho preso la pistola”, queste le affermazioni del giovane estremista.

Il gesto isolato di 'un folle' lucido

Stando alle parole del comandante provinciale dei carabinieri maceratesi, il tenente colonnello Michele Roberti, l‘attacco razzista è stato compiuto da un giovane lucido e in piene facoltà mentali, un atto totalmente isolato e personale e non "riconducibile ad alcuna organizzazione strutturata".

Non sono stati necessari particolari interventi in quanto Traini, in seguito all’arresto, ha autonomamente fornito larghe dichiarazioni. Non è comunque da escludere la possibilità che i magistrati possano risentirlo in seguito.

Traini è stato trasferito al penitenziario di Montacuto

Nel carcere in cui si trova, Traini è in isolamento, tenuto distante da Osenghale (detenuto nella stessa struttura) e, come è stato detto dal carcere, "tenuto accuratamente lontano anche da altri detenuti di colore".

Quando Traini ha lasciato la caserma dei carabinieri verso l’una del mattino, appariva stranamente tranquillo, impassibile, camminando a testa alta con sguardo dritto e senza proferire parola alla stampa.

Anche agli agenti della penitenziaria, che si sono occupati del suo ingresso nel carcere, Traini è parso sereno e distaccato. Hanno dichiarato persino che il giovane avrebbe scambiato, in totale serenità, una battuta con gli stessi.

La città è ora in bilico

C’è chi trema ancora al pensiero di cosa è successo tra il 31 e l’1 febbraio, a Macerata, quando è stato scoperto e poi riconosciuto il corpo smembrato della giovane Pamela e c’è chi prova sgomento per il gesto di Traini.

Ma c’è anche chi il gesto di Traini lo approva, come dichiara un 72enne locale: "Quello ha fatto benissimo -ha detto- perché ci siamo tutti rotti le scatole di questi nigeriani spacciatori, e si vede che quello ieri si è rotto le scatole del tutto".

A far sentire la sua voce c’è anche il marocchino Abdel Dourasse, vicepresidente dell’anolf: "Noi migranti regolari chiediamo più sicurezza alla polizia italiana".

Giunta la sera, al coro di voci italiane e straniere si aggiunge anche Marco Minniti, il ministro dell’Interno. "È evidente odio razziale; c’è un background di estremismo con chiari riferimenti al fascismo e al nazismo. Ma è una iniziativa individuale" ha detto, concludendo con "Nessuno cavalchi l’odio per un fatto grave che poteva essere gravissimo".

Nonostante Traini abbia asserito che ad aver fatto “scattare la sua ira” sia stato l’ennesimo annuncio della morte di Pamela Mastropietro, non è tuttora emerso alcun tipo di rapporto diretto tra i due.