La premier britannica, Theresa May, non ha certo intenzione di lasciar trascorrere mesi o settimane per conoscere le responsabilità di quella che è stata soprannominata una vera e propria “spy story”. Senza passare dal via, la May ha dichiarato, durante un discorso al Parlamento britannico, che “molto probabilmente” è Mosca ad essere responsabile dell'avvelenamento di Sergey Skripal, anticipando la notizia della convocazione dell'ambasciatore di Mosca, a cui è stata richiesta una risposta entro la mezzanotte.
Le reazioni
L'ambasciatore russo dovrà rispondere principalmente a queste due domande: “È stata Mosca a condurre l'operazione o si tratta di una perdita di sostanze chimiche fuori controllo dai suoi laboratori?”.
Poche ore per fornire una risposta chiara e netta, mentre arriva la solidarietà dal panorama politico internazionale, dal segretario di Stato americano Rex Tillerson alla portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, che ha definito “un oltraggio” l'utilizzo di un agente nervino contro “cittadini britannici, in suolo britannico”. Sebbene la Sanders non abbia mai citato la Russia, ha tuttavia parlato di una “condanna totale”, esprimendo solidarietà per le vittime e per i loro familiari.
I fatti
Il caso in questione è quello finito sulle prime pagine dei quotidiani degli ultimi giorni, ovvero quello dell'esposizione a “sostanze sospette” di un ex colonnello dell'intelligence russa, Sergey Skripal, e di sua figlia Yulia, trovati in stato di incoscienza sulla panchina di un centro commerciale di Salisbury, entrambi intossicati – come si scoprirà nelle ore successive – per esposizione a gas nervino.
Skripal nel 2006 venne condannato in Russia a ben 13 anni di carcere, con l'accusa di aver “spiato” per conto dei britannici, tuttavia quattro anni dopo gli è stato concesso il trasferimento nel Regno Unito a seguito di una sorta di “scambio” dell'ex 007 con 10 agenti russi che Mosca aveva inviato negli Stati Uniti.
Le reazioni di Mosca alle dichiarazioni della May non sono state particolarmente collaborative: il ministro degli esteri russo ha bollato le accuse giunte dal Parlamento britannico come degne di uno “show da circo”, niente di più di una semplice provocazione, come dichiarato da Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri, che ha rilanciato con altri quesiti: “Vediamo se qualcuno” - nel Regno Unito - “saprà dirci l'esito dei casi di altrettante morti russe in terra britannica”, riferendosi in particolare, ma non solo, al caso Litvinenko ed al caso Perepilichnogo.