Quello che in Italia potrebbe sembrare un aneddoto molto lontano dalla realtà, è successo veramente in Canada: 700 medici hanno scritto una lettera aperta per impedire l’aumento degli stipendi. E’ successo in Quebec, dove molti professionisti del settore sanitario – non solo medici, ma anche specialisti di diversi ambiti - hanno voluto mandare un chiaro messaggio di protesta. Il motivo sarebbe quello di volere una redistribuzione più equa delle risorse nel sistema sanitario. “Chiediamo che gli aumenti di stipendio concessi ai medici siano cancellati e che le risorse del sistema siano distribuite meglio per il bene degli operatori sanitari e per fornire servizi sanitari degni alla gente del Quebec”, si legge nella missiva.

I medici affermano infatti di sentirsi offesi dal fatto che, mentre loro hanno ottimi stipendi e aumenti regolari, gli infermieri e gli impiegati si troverebbero in situazioni ben più difficili. Inoltre, i tagli al sistema sanitario degli ultimi anni graverebbero anche sui pazienti, ai quali spesso è negato l’accesso ai servizi.

I precedenti

A scatenare questa ondata di proteste è stato probabilmente un post su Facebook di qualche mese fa di un’infermiera. Con questo post la ragazza denunciava le faticose condizioni di lavoro che si trova ad affrontare, come il fatto che ad una sola infermiera siano affidati ben 75 pazienti.

"Piango per la stanchezza, non ho il tempo di cambiare il pannolone a una paziente incontinente perché ne devo aiutare un'altra e mi sento in colpa.

Sono distrutta dal mio mestiere e mi vergogno del basso livello di cure che fornisco. Il mio sistema sanitario è malato e sta morendo". In questo post, inoltre, la ragazza critica l’affermazione del ministro della Sanità del Quebec, secondo il quale la riforma sanitaria sarebbe “un successo”.

In seguito a questo post, i medici avevano scritto un’altra lettera che denunciava le condizioni degli infermieri, asserendo che “le infermiere sono gravate da un carico di lavoro pesante e sostengono che la cronica mancanza di personale e la fatica causata da ripetuti straordinari, a volte obbligatori, per mancanza di sostituzione della squadra, hanno un impatto sulla sicurezza dell’assistenza ai pazienti”.Il motivo del malcontento sarebbe dunque l’iniquità del trattamento dei medici a fronte di quello degli infermieri.

In Italia

Una situazione simile si sarebbe difficilmente verificata in Italia, dove i medici in prima persona si trovano spesso in condizioni di lavoro difficili. Sempre più medici italiani infatti si recano all’estero per poter esercitare la professione con maggiori tutele. Secondo l'Istat, infatti, i professionisti del settore sanitario che hanno chiesto al ministero della Salute la documentazione utile per esercitare all’estero sono passati da 396 nel 2009 a 2.363 nel 2014 (+ 596%).

Una situazione che inizia “a monte”: dalle scuole di specializzazione, per le quali i bandi escono raramente, e che ammettono solo pochi stipendi. Questo porterebbe molti medici ad emigrare in paesi più all’avanguardia nel campo medico, primo fra tutti la Germania. E’ evidente quindi come la figura del medico in Italia non goda della stessa considerazione da parte dello Stato che ha invece in Canada. E’ proprio in virtù di questa considerazione che i medici hanno dato un grande esempio di civiltà volendo spostare l’attenzione su chi minori privilegi, come gli infermieri. L’esempio canadese ci mostra quindi come la cultura alla pro-socialità possa essere un potente strumento per combattere le ingiustizie sociali. Esempio dal quale dobbiamo tutti trarre delle conclusioni, se auspichiamo una distribuzione più equa della giustizia.