Stanno facendo discutere le intercettazioni che hanno riguardato il boss di una gang di albanesi dediti al furto. Stando alle cronache nazionali e regionali, il capo della banda di ladri si occupava di portare altri ladri albanesi in Italia e insieme organizzavano i colpi. La banda si è resa responsabile di diverse rapine nel milanese e in un solo mese è riuscita ad effettuare ben 31 azioni e ha guadagnare ben più di 200mila euro. Recentemente, i cinque componenti della stessa gang sono stati arrestati dai carabinieri di Cassano D'Adda, una cittadina in provincia di Milano.
Il boss della banda: 'In Italia ti arrestano e ti liberano subito'
Secondo quanto riportato da un articolo scritto sul sito web del Giornale, il già citato capo della banda albanese esortava i suoi seguaci a partire per l'Italia. Come è stato dimostrato dalle intercettazioni dei carabinieri, l'uomo sosteneva che rubare in Italia sia alquanto facile e che, nel caso di un arresto, solitamente si viene liberati subito. In tal modo, lo stesso boss della banda ha descritto l'Italia come una sorta di 'paese del Bengodi' per la criminalità straniera e albanese in particolare e, come scritto sul Fatto Quotidiano, anche il procuratore di Bergamo Walter Mapelli la pensa così.
L'immigrazione di massa e il lassismo della giustizia italiana
Indubbiamente la vicenda ha a che fare con i tanti problemi che riguardano l'attuale immigrazione di massa e la crisi della giustizia italiana. Difatti, c'è da segnalare che spesso e volentieri la giustizia nazionale risulta molto influenzata da un approccio alquanto "lassista" nei confronti della criminalità, sia di stampo organizzato che comune.
Inoltre, risulta ben notorio che vi è stato un serio fallimento politico nella gestione dell'immigrazione clandestina e ciò ha creato una situazione che svantaggia gli italiani e i migranti onesti.
Tale condizione estremamente 'lassista' della giustizia italiana viene utilizzata da parte delle organizzazioni criminali locali e sempre più spesso straniere, che approfittano anche dell'eccessivo "buonismo" imperante nell'ambito delle politiche migratorie.
Come già ricordato, tutto ciò crea forti problemi di coesistenza e alimenta l'insicurezza presso la popolazione italiana, che percepisce sempre di più il migrante come un 'pericolo'. D'altro canto, bisogna ricordare che tale situazione crea danni anche per i tanti migranti onesti e perbene che ci sono in Italia.