Sicuramente ieri mattina all’alba, non si aspettavano la visita degli agenti di Polizia nelle loro abitazioni. Ma così è stato ed in tanti sono finiti in manette nell’operazione denominata “Bella vita”. Per loro l’accusa è di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina e marijuana che spesso e volentieri veniva spacciata anche vicino alle scuole e a minorenni. In carcere sono finiti Roberto Leo, 22 anni, originario di San Gavino Monreale ma residente ad Arzachena. Giovanni Zucchi, 24 anni e Francesco Domenico Artudi (24), tutti e due di Arzachena.

Alessandro Meloni, 29 anni, nato ad Ozieri ma anche lui residente ad Arzachena come Gian Gavino Meloni, che di anni ne ha 35. Simone Demontis, 39 anni, originario di Arzachena, Giovanni Ciboddo, 29enne di Palau e per finire Pietro Flauto, nato a Olbia 52 anni fa. Ai domiciliari invece sono finiti Mirko Fadda, 25 enne anche lui di Arzachena, Rossella Amadori, 24 anni (compagna di Gavino Meloni) e la sedicenne B.C, accusata di essere la tramite per lo spaccio della droga con i suoi coetanei. Alla vasta operazione antidroga hanno partecipato i poliziotti dei commissariati di Ozieri e Olbia. Insieme agli uomini della Squadra Mobile di Sassari.

Cocaina nelle tasche

Nell’operazione messa in piedi dagli abili investigatori di Polizia sono finiti anche Federico Porcu, di anni 27 e Roberto Paolo Gala, classe ’77, che però hanno solo l’obbligo di firma.

Durante la perquisizione di questi ultimi è stata rinvenuta della cocaina (dieci grammi per l’esattezza) che ha peggiorato la loro posizione: uno dei due infatti è stato arrestato. Secondo quanto accertato dagli investigatori della Polizia – che per mesi e mesi (dieci) hanno tenuto sotto controllo la banda – tutte le persone coinvolte nell’operazione “Bella vita”, farebbero parte di un grosso giro di droga che però non sarebbe controllato da un’unica banda.

Anche perché sarebbe stato impossibile per loro controllare contemporaneamente le piazze della Costa Smeralda, di Palau, Olbia e Arzachena, soprattutto nel periodo estivo. Ciò che ha più preoccupato le forze dell’ordine è il fatto – considerato un’aggravante – che la droga veniva spesso ceduta a giovanissimi: tutti minorenni.

Indagini certosine

L’operazione conclusa la scorsa mattina – ha spiegato in conferenza stampa Fabio Scanu, primo dirigente di Polizia - ha avuto inizio nell’aprile del 2017 quando gli investigatori del commissariato di Porto Cervo hanno dato il via alle indagini, sotto il preciso coordinamento della Procura di Tempio. Si sono susseguite intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno fatto scoprire un nuovo modo di spacciare la droga, attraverso i Social Network. Molto spesso infatti il primo contatto avveniva tramite diverse piattaforme social e poi si passava ai veri e propri incontri, dove c’era lo scambio e la vendita della droga anche a minorenni.