C’è un accordo, una possibilità di dialogo a maggio di quest’anno. Donald Trump ha dichiarato recentemente di essere favorevole ad un incontro con Kim Jong-Un. Tale decisione è stata presa in seguito al messaggio recapitato da Chung Eui-yong (consigliere per la sicurezza nazionale sudcoreano che ha incontrato Kim Jong-Un a Pyongyang), secondo la quale la Corea del Nord sarebbe pronta a compiere il passo decisivo per affrancarsi dal nucleare, alla condizione che gli Stati Uniti modifichino la loro condotta politica.
Una notizia di calibro mondiale, che potrebbe cambiare radicalmente la storia.
La Casa Bianca ha però fatto un passo indietro: non si sbilancerà né farà concessioni di nessun genere fino a quando da parte di Kim Jong-Un non vi sarà la dimostrazione di un impegno concreto, seguito ovviamente da azioni tangibili. Nel frattempo non muteranno affatto le sanzioni e le pressioni fatte sino ad ora a Pyongyang, anche se, come sostengono Cina e Russia, esse sono sì indispensabili, ma da sole non possono fermare le intenzioni della Corea del Nord.
L’obiettivo dell’incontro
Lo scopo è dunque quello di orientare e convincere Kim Jong-Un che, giunti a questo punto, sia d’obbligo una denuclearizzazione completa e, soprattutto, irreversibile. Al momento l’unico colloquio che si è verificato è quello tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping, il quale si augura che presto si terrà un dialogo con la Corea del Nord, al fine di ottenere i risultati positivi tanto agognati.
A sostenere tale impresa si aggiunge anche il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, definendo questa trattativa 'un passo nella giusta direzione'.
Un passo però non semplice: prima di un eventuale incontro Kim-Trump (il cui luogo è ancora da verificarsi, papabile la Svizzera) sarà infatti necessario un consistente lavoro diplomatico, che permetta di incontrare prima di tutto il presidente sudcoreano Mon Jae-In e Kim Jong-Un in una zona demilitarizzata, presumibilmente ad aprile.
I problemi del nucleare e i perché della denuclearizzazione
Un incidente nucleare e le sue conseguenze sono più gravi di qualsiasi danno a centrali di altro tipo. Il primo campanello d’allarme proviene dalle scorie radioattive dannosissime per gli essere viventi, e al loro difficile smaltimento. Le riserve di uranio, inoltre, potrebbero esaurirsi molto presto se le richieste aumentassero.
Da ultimo, vi è il rischio che l’utilizzo di questa pratica porti con sé la proliferazione di armi nucleari (minaccia non da poco, se si pensa proprio al leader nordcoreano e al fantomatico “bottone” sulla sua scrivania).
Perché proprio ora la Corea del Nord è orientata verso il processo di denuclearizzazione? La risposta della Repubblica Democratica Popolare di Corea (RDPC) è quella di aver fatto 'il possibile per ottenere una pacifica riunificazione del paese, per neutralizzare le minacce nucleari e le possibili fonti di guerra in modo da assicurare pace e stabilità alla penisola coreana'.
Lee Myung-bak, presidente della Corea del Sud, ha infatti detto che 'La denuclearizzazione è un prerequisito indispensabile per aprire la strada verso una reale riconciliazione e unificazione della penisola coreana, l'unica regione al mondo ancora divisa'.
Il Paese, però, non si libererà completamente delle armi nucleari: il vicepresidente della RDPC infatti ha spiegato che essere serviranno soltanto a prevenire guerre, e che sarà responsabile nella loro gestione e nella non-proliferazione.
La Corea del Nord non è l’unico Paese in via di denuclearizzazione: già nel 2016 il Giappone pensava a tale soluzione, preceduto addirittura da Italia e Germania, la quale ha promesso di chiudere definitivamente il problema entro il 2022.