O tutto o niente. O insieme in vita, oppure uniti nella morte inflitta come ultimo abuso. Sembrava tranquillo e collaborativo, Pasquale Vitiello, l'uomo di 35 anni che si è trasformato nell'ennesimo marito killer: lunedì ha ucciso con un colpo di pistola alla testa la moglie Immacolata Villani davanti la scuola elementare della loro figlia di 9 anni per poi suicidarsi. Ha usato un'arma con matricola abrasa di cui nessuno fino all'altro giorno sapeva l'esistenza e che si era procurato al mercato nero. Cosa non difficile nel napoletano. Sembrava pacificato e pronto a firmare una separazione consensuale.
Invece coltivava rabbia, odio, risentimento verso 'Imma' e aveva architettato il piano di vendetta forse da giorni. Nelle lettere scritte e mai inviate trovate in casa, manifesta i suoi propositi giustizialisti. "La separazione è una cosa che mi fa soffrire, che non si può accettare. Ho subito un torto e mi farò giustizia da me", ha scritto. Alla figlia dichiara di amare sua madre, la donna che l'aveva denunciato per violenze.
'Ora ti guarderò dal cielo'
L'ha privata della mamma e si è a sua volta privato della possibilità di essere comunque un buon padre, sia pure separato. Ha lasciato una bimba di 9 anni orfana di entrambi i genitori. Gli inquirenti hanno trovato più lettere sul tavolo di cucina nella villetta di Terzigno dove Pasquale fino allo scorso 4 marzo era vissuto con Imma nell'appartamento accanto a quello dei suoi genitori.
Alla bimba, ora affidata agli zii materni, ha lasciato due lettere. Una è sigillata e il padre omicida suicida avrebbe voluto farla recapitare alla figlia solo quando sarà grande. Ma gli inquirenti, con l'assenso del giudice, probabilmente la apriranno perché potrebbe contenere elementi rilevanti per le indagini. In un'altra, che invece non è in busta chiusa, il padre si rivolge alla figlia dicendo d'essere fiero di lei, che le vuole bene e che ora la guarderà dal cielo.
Le scrive a penna che amava sua madre e quando sarà grande capirà. In un'altra missiva, il dipendente di una ditta di pulizie chiede perdono al suocero Giuseppe. Anche a lui scrive di amare Imma, ma di non accettare che se ne sia andata. Il corpo di Vitiello è stato ritrovato ieri in un rudere di campagna dopo una ricerca di 24 ore.
I militari l'hanno rintracciato seguendo il segnale del cellulare.
Il 4 marzo
Probabilmente Vitiello aveva pianificato tutto dopo il 4 marzo. I coniugi erano separati da due anni, ma quel giorno Imma, dopo l'ultima violenta lite in presenza della bambina, se ne era andata di casa rifugiandosi dal padre vedovo. Ed era con lei quando lunedì ha accompagnato la figlia a scuola: l'accompagnava la convivente del padre perché Imma aveva il braccio ingessato. Un'ingessatura che aveva anche quando era andata a denunciare il marito dai carabinieri per condotta violenta e che quasi certamente le aveva procurato lui. Durante la lite, si era messa di mezzo anche la mamma di lui, pare mettendo le mani al collo della nuora.
E così alla querela della vittima era seguita la controquerela della suocera.
Un'altra storia
Ciro, il padre di Pasquale, ha raccontato che la sera prima avevano cenato insieme e il figlio era tranquillo. Condizione di apparente serenità confermata da Salvatore Annunziata, avvocato civilista che su mandato del padre e della sorella Annalisa e non del diretto interessato, stava seguendo da pochissimo le procedure per la separazione. Con Pasquale l'avvocato aveva concordato una lettera a Imma in cui chiedevano se volesse rientrare in casa, o proseguire con la separazione. Avevano avanzato proposte sul mantenimento e le visite del padre alla figlia. Ma la situazione, a dispetto delle apparenze, ha preso un'altra piega. Vitiello non accettava che la moglie avesse voltato definitivamente pagina avviando una nuova relazione.