Lo stavano cercando da un giorno, l'hanno trovato morto questa mattina. Si è ucciso Pasquale Vitiello, 35 anni, marito killer che ieri, nel giorno della festa del papà, ha ucciso la moglie da cui si stava separando, Immacolata Villani, 31 anni, per poi fuggire a bordo di uno scooter. Lei aveva appena accompagnato a scuola la loro figlia di nove anni a Terzigno, Napoli. E' stata un'esecuzione: "Freddata come una camorrista", hanno detto sconvolti i parenti di Imma. La donna lo aveva denunciato per maltrattamenti, l'ennesima storia fotocopia arriva dopo la strage di Cisterna di Latina e a un giorno dal'omicidio di Laura Petrolito, la mamma di 20 anni trucidata e gettata in un pozzo dal compagno reo confesso.

Ritrovato il corpo del marito killer

Ieri Vitiello si era presentato davanti la scuola armato con l'idea di farsi giustizia da solo, come annunciato in una lettera ritrovata dagli inquirenti. Perché detenesse una pistola è ancora da accertare. Imma, la moglie da cui viveva separato da due settimane, aveva appena accompagnato la figlia di 9 anni in classe. Al suono della campanella, però, è seguito dopo poco il boato sconvolgente dello sparo: lui a bordo di uno scooter si è accostato a lei che in auto stava per andare via, le ha intimato di scendere per parlare. Appena scesa, le ha sparato un solo colpo alla testa che non le ha dato scampo. La donna si è accasciata in strada tra mamme terrorizzate.

Alunni e insegnanti sono stati portati fuori da un'uscita laterale. Sola in classe è rimasta la figlia di 9 anni con gli psicologi dei servizi sociali, in attesa che venissero a prenderla gli zii materni. In un giorno quella bambina è rimasta orfana di entrambi i genitori perché il padre killer si è poi suicidato. Da subito ieri era partita la caccia all'uomo anche con l'ausilio di elicotteri.

Pasquale Vitiello non era andato molto lontano: dopo aver percorso una strada sterrata poco distante dalla scuola, ha abbandonato lo scooter e si è ucciso con la stessa pistola nelle vicinanze di un rudere circondato dalla vegetazione. Le celle telefoniche hanno agganciato il cellulare proprio dove stamattina è stato trovato il corpo dai carabinieri.

La lite cruciale

Di fatto Imma e il marito erano separati in casa da due anni. Ma c'è stato un episodio scatenante. In storie accomunate da una stessa trama di violenza e premeditazione, c'è sempre lo scontro cruciale. Antonietta Gargiulo a settembre era stata picchiata in pubblico e davanti alle figlie dal marito Luigi Capasso, l'appuntato omicida-suicida. Imma il 4 marzo scorso aveva avuto uno scontro con Pasquale, non una semplice lite perché era stata colpita con pugni, schiaffi, spintoni. E si era messa in mezzo anche la suocera nella villetta di Terzigno dove abitavano: l'uomo sarebbe arrivata a metterlele mani al collo. Da due settimane la giovane donna era scappata via da quella casa e tornata a vivere dal padre a Boscoreale che rimasto vedovo abita con la nuova compagna.

Aveva sporto denuncia, ma era seguita una controdenuncia della suocera. In caserma Imma era arrivata con una frattura al braccio: una caduta aveva detto lei. Ma forse a causarle la frattura era stata l'ultima lite violenta. Proprio ieri avrebbe dovuto togliersi il gesso.

Le lettere

Gli inquirenti hanno trovato nella casa di Vitiello, figlio di un direttore di banca e impiegato in una ditta di pulizie, una ventina di lettere ora sotto sequestro. Capasso di lettere ne ha lasciate cinque. Quelle di Vitiello erano indirizzate a un amico, alla stessa moglie, una alla figlia: "devi aprirla quando sei grande", dice. Segno che anche lui aveva pianificato tutto, ma forse non di togliersi la vita. Nella lettera più inquietante perché è una condanna a morte c'è scritto: "Ho subìto un torto, lei ha sbagliato, l'unica cosa è farsi giustizia da sé".

Tanto odio, rabbia, cattiveria, ma perché? Il solito 'copione': lei non accettava più il rapporto violento e se ne voleva liberare. Lui poteva avere amicizie femminili, ma lei non poteva frequentare un altro uomo.