Un uomo dall'ironia tagliente, una delle menti più brillanti dei nostri tempi, incorreggibile ateo, sognatore e ottimista nonostante una lunga convivenza con la malattia. Stephen Hawking ha ispirato intere generazioni e, nel giorno della sua morte, lo piange il mondo della scienza come quello dello spettacolo, i suoi collaboratori più stretti come la gente comune.
Hawking, una vita straordinaria
Sembra segnata da coincidenze bizzarre, la vita di Stephen Hawking, a partire dal giorno della sua nascita. È l'8 gennaio del 1942 quando viene al mondo, proprio nel trecentesimo anniversario della morte di Galileo Galilei.
Il giorno della sua morte invece coincide con quello della nascita del suo celeberrimo predecessore, Albert Einstein e come Einstein, Hawking ha vissuto 76 anni. Anche il QI attribuito ai due scienziati sembra coincidere.
Per trent'anni Hawking ha inoltre occupato la cattedra di matematica presso l'università di Cambridge, la stessa che fu di Isaac Newton. Ma non sono solo le coincidenze a rendere eccezionale la vita dello scienziato inglese. Da bambino ebbe difficoltà nell'imparare a leggere e le problematiche legate alla malattia che lo costringerà sulla sedia a rotelle iniziano già dall'età di 13 anni. Nonostante ciò Hawking si laurea a soli vent'anni. Proprio allora gli viene diagnosticata la SLA, con un'aspettativa di vita di appena un paio di anni.
Beffa la morte per interi decenni, Hawking, un lungo lasso di tempo in cui si sposa due volte e ha tre figli, perde la voce a causa di un intervento chirurgico per poi riacquistarla grazie ad un sintetizzatore studiato appositamente per lui. Su di lui è stato modellato uno scanner cerebrale capace di trasformare in suoni e parole gli impulsi elettrici del cervello.
Nel frattempo naturalmente si occupa di scienza, studia la termodinamica dei buchi neri e l'evoluzione dell'universo pubblicando dei libri accessibili anche al grande pubblico che diventano dei veri e propri best sellers: Dal big bang ai buchi neri e Breve storia del tempo.
Del rapporto tra religione e scienza Haking ha detto: "c'è una fondamentale differenza tra la religione, che è basata sull'autorità, e la scienza, che è basata su osservazione e ragionamento.
E la scienza vincerà perché funziona". Nonostante il suo dichiarato ateismo è entrato a far parte della Pontifica Accademia delle Scienze che lo ha nominato membro nel 1986. Ha rifiutato invece il cavalierato offerto dalla regina Elisabetta II, affermando di non volere anteporre il titolo di Sir al suo nome.
Hawking nella cultura pop
Il cinema, con La Teoria del Tutto e la TV con lo sceneggiato a lui dedicato dalla BBC e la fiction The Big Bang Theory hanno trasformano Stephen Hawking in una vera e propria icona pop. Il mondo dello spettacolo lo ha spesso corteggiato e lui non si è tirato indietro. È comparso infatti in diversi documentari, ma non solo, in versione animata ha partecipato ad alcuni episodi dei Simpson e di Futurama, mentre ha recitato in un episodio di Star Trek: Next Generation.
Negli anni '90 i Pink Floyd hanno utilizzato la sua voce nell'album The Division Bell.
Sempre impegnato sul fronte della lotta per i diritti delle persone disabili, Hawking si è dichiarato favorevole all'eutanasia e ha sfruttato con consapevolezza la sua fama; nel 2014 ha partecipato anche alla cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Londra. Nel corso degli anni i social network ne hanno amplificato sempre di più la fama, prendendo spesso in prestito massime e citazioni. Il grande pubblico lo saluta con affetto e gratitudine.
Cinque celebri aforismi di Hawking
- Per quanto difficile possa essere la vita, c'è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi.
- Il più grande nemico della conoscenza non è l'ignoranza, è l'illusione della conoscenza.
- Avevo scommesso con Gordon Kane dell'Università del Michigan che il bosone di Higgs non sarebbe stato trovato. Sembra proprio che io abbia appena perso 100 dollari.
- Considero il cervello come un computer che smetterà di funzionare quando i suoi componenti si guastano. Non c'è paradiso né aldilà per i computer rotti. È una fiaba per persone che hanno paura del buio.
- A parte la sfortuna di contrarre la mia grave malattia dei motoneuroni, sono stato fortunato sotto quasi ogni altro aspetto.