Si sono vissuti momenti di tensione a Roma quando due centinaia di migranti hanno protestato, in un centro accoglienza, per la mancanza del pagamento del pocket money: 2 euro settimanali, che il governo ha concesso, destinati per la ricarica telefonica. Al momento la situazione sembra essere tornata alla normalità, ma si sono subito accesi dibatti sulla legittimità o meno di questa pretesa: tra chi sostiene che abbino anche troppo e chi invece li difende. Il senso di giustizia e la morale sono valori di certo presenti in tutti, ma non per tutti sono uguali; tralasciando teorie metafisiche e varie, le neuroscienze sono state in grado di localizzare le aree in cui sono localizzati questi principi e di spiegarne la natura psichica.

Il senso di giustizia

Un recente studio condotto da Mirre Stalle della Erasmus University di Rotterdam ha scansionato le aree celebrali coinvolte nel senso di ingiustizia, scoprendo come il nostro cervello preferisca punire un malfattore piuttosto che gratificare la vittima. Lo studio era pensato come un gioco a coppie dove un giocatore poteva nuocere all’altro sottraendogli delle monete virtuali, il tutto, era supervisionato da un terzo soggetto che aveva il ruolo di punire il primo partecipante o risarcire il secondo per il danno ricevuto (a seconda di ciò che riteneva più giusto) Le scansioni di imaging cerebrale, in grado di visualizzare le aree celebrali attive nel momento di esecuzione o di scelta di un compito, hanno reso visibili le zone del cervello coinvolte nella presa di questa decisione.

La volontà di punire un malfattore è stata collegata all’attività della porzione ventrale del corpo striato, una regione cerebrale coinvolta nell’elaborazione dei segnali di ricompensa; questo spiega perché, in generale, le persone sono particolarmente sensibili all’ingiustizia: proprio a causa dell'esistenza di queste particolari reti neurali che reagiscono in caso di ingiustizie sociali.

Valori inviolabili, perché non ci facciamo corrompere?

I valori inviolabili, quindi quei valori a cui non rinunceremmo mai neppure in cambio di denaro, sono localizzati nel cervello in aree diverse rispetto a quei valori più flessibili, “trattabili”. Tutto ciò è stato scoperto da un gruppo di neuroscienziati, antropologi ed economisti della Emory University e dell'Istituto Jean Nicod di Parigi: "Il nostro studio ha scoperto che il regno del 'sacro' - che si tratti di una forte convinzione religiosa, di un'identità nazionale o di un codice etico - è un processo cognitivo distinto", spiega Gregory Berns, direttore dello studio.

I ricercatori hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per scansionare una trentina di partecipanti all’esperimento. In una prima frase veniva chiesto se si era favorevoli a determinate tematiche che variavano da questioni banali (come "Tu sei un bevitore di café?") a temi scottanti (come "Tu sei favorevole al matrimonio fra gay?"); nella fase successiva i soggetti avevano la possibilità di ritrattare le proprie dichiarazioni in cambio di un compenso: potevano cioè guadagnare fino a 100 dollari semplicemente accettando di firmare un documento che affermava il contrario di ciò in cui credevano. I dati hanno mostrato una relzione,nel momento delle decisione, tra le aree della giunzione tempo-parietale sinistra, responsabile della valutazione di ciò che è giusto e sbagliato, e della corteccia prefrontale ventro-laterale sinistra.

Decisioni morali

I ricercatori della New York University, della Lehigh University a Bethlehem, in Pennsylvania, dell'Università del Nebraska-Lincoln a Lincoln e dell'Università di Toronto, attraverso tre esperimenti su un gruppo di una settantina di soggetti, hanno dimostrato che le decisioni e i giudizi basati sui nostri valori morali sono più rapidi e drastici. "Il modo in cui le persone prendono una scelta ne influenza il comportamento", spiega Dominic Packer, uno degli autori dello studio. "Quando si basano su preoccupazioni pratiche, per esempio se si ragiona in termini di denaro, le persone possono agire in modo contrario ai loro principi. I nostri risultati ci portano a pensare che il modo in cui si riflette su un problema può avere conseguenze importanti.

Quando una questione ricade nel dominio della morale, i giudizi diventano più drastici, e si è più propensi a ritenere che abbiano valore assoluto". Diventa quindi importante capire come la visione di una situazione passi da un campo morale a uno non-morale e le motivazioni dietro queste incongruenze.