Roma: forti momenti di tensione, stamattina, in un centro accoglienza, in largo Perazzi, nel quartiere Aurelio. Circa 200 migranti, ospiti della struttura, si sono barricati all'interno in segno di protesta. Il motivo? Vogliono i soldi, la cosiddetta pocket money (la diaria giornaliera per affrontare le piccole spese quotidiane). Pare, infatti, che i compensi siano in ritardo. Il responsabile del Centro sta cercando di riportare la calma, in suo aiuto ovviamente sono intervenute le forze dell'Ordine che stanno contenendo la protesta all'interno dei giardini della struttura.
L'intervento di Rocca (FdI)
Federico Rocca, dirigente nazionale di Fratelli d'Italia, poco fa ha commentato la protesta a centro di accoglienza straordinaria Il Gelsomino. La misura, afferma, ormai è colma: "In tutta Italia", spiega, "stiamo assistendo a continue proteste messe in atto da immigrati che, invece, di ringraziarci per la nostra accoglienza, creano solo problemi e disagi". Poi Rocca ricorda che l'Italia, solo nel 2017, ha speso 5 miliardi di euro per mantenere i richiedenti asilo nei centri d'accoglienza.
Il dirigente di FdI, poi, rincara la dose: "Non hanno diritto di stare in Italia". E' risaputo, ormai, che circa il 90 % degli ospiti di queste strutture sia clandestino e che non avendo neppure i requisiti necessari per ottenere lo status di rifugiati o di richiedenti asilo non ha alcun diritto di rimanere nel nostro Paese.
La vita dei profughi nell'ex albergo
Qualche tempo Il Giornale, aveva raccontato come si vive nell'ex albergo, trasformato in centro d'accoglienza, all'Aurelio. Qui, dove sono ospitati 225 richiedenti asilo (provenienti perlopiù da Nigeria, Gambia, Mali e da altri Paesi dell’Africa Subsahariana), non sono mai mancati i disagi e le proteste.
Appena arrivati, i migranti, avevano organizzato una protesta analoga a quella inscenata stamattina per richiedere alla cooperativa Sinergy denaro in contanti al posto dei voucher.
Qui, dove gli operatori si occupano di tutto, dal cibo al supporto psicologico, passando per l'insegnamento d'italiano, le lamentele sono all'ordine del giorno.
Qualche tempo fa, infatti, i profughi avevano fatto notare che la struttura non è dotata di wi-fi e, questo, per loro, rappresentava un disagio.
La protesta nella Marche
Una situazione simile a quella di Roma si sta vivendo anche a Porto Sant'Elpidio, nelle Marche. Qui i richiedenti asilo ospitati nel Residence Nazionale lungo la Statale Adriatica si sono uniti alla protesta dei lavoratori - anch'essi migranti - che prestano servizio nella struttura in cambio di un piccolo compenso che non raggiunge i 7.000 euro all'anno. Gli operatori affermano che, da mesi, il loro lavoro non viene retribuito.