Muore sul colpo l’imprenditore Nicola Sabatino dopo i colpi di pistola alla schiena sparati dal suo dipendente, Vito Recchimurzi a seguito di una lite tra i due sulla busta paga del dipendente. Dalle prime ricostruzioni, sembra che il capo si fosse recato a casa del dipendente per pagarlo, la miccia è stata innescata dalla mancanza di cento euro della busta paga, cifra che secondo il colpevole gli spettava da accordo. Tra i due ci fu solo una lite, in un primo momento, ma quando la vittima uscì dalla residenza di Recchimurzi, gli sparò alla schiena senza esitazione, uccidendolo a pochi passi da lui.

Una vicenda tragica che vede il dipendente come colpevole senza ombra di dubbio, tuttavia sarebbe giusto ricostruire il rapporto che i due avevano per poter giudicare l’entità del crimine; nulla che possa scagionarlo ovviamente, ma la Psicologia ha studiato molto negli ultimi decenni lo stress da lavoro e il mobbing, per non parlare della naturale rivalità maschile di cui parlò cent’anni fa Freud.

Stress e mobbing

Quello da lavoro è una forma di stress sempre più presente nella società moderna; la continua necessità di confronto con i colleghi e con altri lavoratori dello stesso settore genera sempre competizione che spesso viene canalizzata verso uno specifico collega o il proprio datore di lavoro attraverso la rivalità.

La semplice competizione ha dei benefit a livello psichico e di rendimento lavorativo, ma la rivalità (intesa come una forte competizione canalizzata su un singolo) è fonte di ansia e irritabilità. Se la rivalità è posta in un contesto relazionare verticale, ovvero con il proprio superiore per esempio, essa porta irrimediabilmente alla depressione soprattutto se accompagnata da episodi di mobbing.

La rivalità nella psicologia

Il mobbing può essere descritto come una forma di bullismo psicologico tra il datore di lavoro e il dipendente, il quale non può reagire alle provocazioni o agli insulti ed inizia così a vivere una condizione di impotenza appresa, consapevole di non poter fare nulla. Situazioni come rivalità o mobbing sono molto presenti al giorno d’oggi, ed è inevitabile come sostiene Freud, è nella natura umana: secondo il padre della psicologia l’uomo vive la competizione come un comportamento naturale, un istinto primordiale confermato dagli studi sugli infanti.

Infatti, è visibile un comportamento competitivo nei bambini molto prima che possa essergli insegnato. Secondo Freud, la competizione è uno dei pochi stimoli primordiali a cui l’uomo può dar sfogo nella società moderna, ed è specialmente tra maschio e maschio che la competizione scaturisce come naturale. Ne consegue che ogni dipendente vive ogni giorno il paradosso di odio e stima verso il proprio datore di lavoro, inconsciamente.