E' il 7 settembre quando l'appuntato Marco Camuffo e il militare scelto Pietro Costa sono sospettati di aver stuprato due studentesse americane rispettivamente di 20 e 21 anni, in visita nel capoluogo toscano: i due Carabinieri avrebbero accompagnato a casa le ragazze con l'auto dell'arma, una Fiat Bravo 112, e nell'androne del loro palazzo avrebbe avuto luogo lo stupro delle due giovani. Stando alle dichiarazioni rilasciate dai due uomini al pm di Firenze, Ornella Galeotti, sarebbero state le ragazze a prendere l'iniziativa, invitandoli a salire nel loro appartamento, inoltre i due carabinieri non si sarebbero neanche accorti dell'elevato tasso alcolico in circolo nel corpo delle due studentesse, dichiarandole sobrie e "capaci di scendere le scale senza difficoltà", a discapito di quanto risultato dalle analisi sulle due ragazze che risultavano avere un tasso di alcol nel sangue pari a 1.68 e 1.59 grammi.

In data 15 marzo la Procura di Firenze sembrerebbe aver chiuso le indagini con l'accusa, secondo alcuni quotidiani, di violenza sessuale aggravata, alla quale viene aggiunta anche l'aggravante di aver abusato della carica da loro ricoperta e di aver volutamente violato l'ordine impartito da i loro superiori.

'Ci siamo comportati da maschietti'

"Quando mi ritrovai nell’androne capii che si era realizzata un’occasione di sesso e così ci siamo comportati da maschietti" sarebbero queste le parole che Marco Camuffo ha rilasciato alla pm Ornella Galeotti durante il suo interrogatorio. Dal canto suo Costa, prima di fare ordine con i ricordi dei fatti accaduti quella notte tra il 6 e il 7 settembre, avrebbe anche fatto i conti con la propria coscienza, dichiarando: " Mi sento imputato di un reato che ho sempre schifato: le violenze sulle donne.

Ho fatto degli errori, ho violato tutti i doveri, ma non sono un mostro".

I due uomini inizialmente titubanti, dichiarano di essersi consultati prima di decidere se accompagnarle fino al loro appartamento o meno, ma onde evitare che le giovani studentesse fossero aggredite nell'ingresso dell'appartamento, i due uomini dell'arma hanno concordato nell'accompagnare le due americane all'interno dell'edificio.

Camuffo avrebbe infatti sostenuto che l'aver riaccompagnato a casa le ragazze sarebbe stato unicamente per galanteria, senza l'intenzione di secondi fini e che soltanto arrivati nell'androne del palazzo avrebbe capito che si sarebbe potuta trattare di un'occasione di sesso.

Marco Camuffo e Pietro Costa, secondo il capo d'imputazione, avrebbero quindi violentato le due ragazze agendo inoltre in modo "repentino e inaspettato".