Le violenze sessuali nei confronti dei minori sembrano non trovare tregua, anzi, occupano costantemente e tristemente le pagine di cronaca nazionale. È di oggi la notizia di un caso di pedofilia conclusosi con una condanna a tre anni e mezzo di carcere, più pene accessorie. Un cinquantacinquenne bergamasco, residente a Romano di Lombardia, è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Treviglio, mercoledì 21 marzo, con l’accusa di istigazione e sfruttamento della prostituzione minorile continuata ed aggravata. La sentenza definitiva è stata emessa dal Tribunale di bergamo, in seguito alle indagini relative ai gravissimi fatti risalenti al 2013, per i quali la Magistratura ha disposto una condanna a tre anni e otto mesi di reclusione, a cui si aggiungono: l’applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata per un periodo di due anni, l’interdizione perpetua dall’esercizio di tutela e curatela ed una multa di 3.500 euro.

Pagava le prestazioni sessuali con la pensione di invalidità

L’uomo, affetto da invalidità, era solito adescare le giovani vittime (adolescenti, tra i 14 e i 17 anni) presso i giardini pubblici della sua zona di residenza ed attrarli in seguito verso la propria abitazione, dove organizzava gli incontri a sfondo sessuale. In altre circostanze, si appartava con i minori proprio tra i vicoletti del parco cittadino e lì consumava gli atti osceni, offrendo in cambio una ricompensa in denaro o altri beni materiali di varia natura. Denaro di cui l’uomo poteva usufruire grazie ad una pensione dovuta al suo stato di invalidità, e che utilizzava per l’occasione come fonte di reddito.

Le vittime identificate, ancora minorenni all’epoca in cui si erano svolti i fatti, sono in tutto cinque.

Interrogati dai Carabinieri della Stazione di Romano di Lombardia, i ragazzi hanno ammesso di essere stati coinvolti negli squallidi avvenimenti ed hanno confermato che le prestazioni sessuali richieste dall’uomo venivano retribuite attraverso somme di denaro provenienti dalla pensione di invalidità percepita dal cinquantacinquenne.

Caso concluso

All’epoca dei fatti, verificatisi verso la fine del 2013, il caso scosse comprensibilmente un’intera comunità, sia nell’area bergamasca, che a livello nazionale, sollevando uno sconvolgente caso di cronaca giudiziaria tra gli abitanti di Romano di Lombardia e dintorni. Oggi il caso si chiude definitivamente con la traduzione in carcere dell’ennesimo criminale pedofilo senza scrupoli.