Un evento internazionale può diventare oggetto di scommesse, anche se non si tratta di una manifestazione sportiva. Così, a quanto pare, ci sono persone disposte a scommettere pure sull'annunciato confronto politico tra il presidente americano Donald Trump ed il leader nordcoreano Kim Jong-un. A darne notizia è l'agenzia Agimeg, specializzata su notizie relative al mercato del gioco che ha reso note note le quote sul summit: oggetto di scommesse, al momento, è la sede ed i recenti sviluppi pongono la Svezia come possibile sede 'neutra' per l'incontro tra i due leader, Paese militarmente non allineato ed in ottimi rapporti con Pyongyang e Washington.
I bookmakers la pensano diversamente e pongono numerosi Paesi in lizza, tra i quali anche l'Italia.
Kim-Trump: Corea del Sud sede favorita per i bookie
Intanto è doveroso precisare che il tanto atteso bilaterale non ha ancora una data e, ovviamente, nemmeno una sede. In merito viene indicato un ipotetico 'entro fine maggio' secondo quanto affermato dallo staff della Casa Bianca e non è assolutamente da escludere che l'incontro possa essere preceduto da approcci preliminari tra i funzionari politici dei due Paesi. Secondo i bookmakers, comunque, la sede favorita è la Corea del Sud che viene data ad 1.60. Subito dopo spuntano Cina e Svizzera, entrambe quotate a 3.50. Al terzo posto c'è l'Italia: la possibilità che Kim Jong-un e Donald Trump decidano di incontrarsi nel Belpaese viene data a 5.50.
La Svezia che, in realtà, viene data dalle notizie di politica internazionale come uno dei Paesi candidati a quello che si preannuncia l'evento politico del 2018, viene quotata 8.00 al pari dell'Islanda. Ci sono poi ipotesi coraggiose, come quella della Santa Sede: il Vaticano è quotato 11.00 e poi si inizia a salire. Nella lista figura l'Austria a 13.00, la Corea del Nord (alquanto improbabile in realtà) a 15.00 al pari di Francia, Giappone e, addirittura Stati Uniti.
Lontanissime dalle ipotesi tracciate dai bookie le eventualità che il bilaterale possa tenersi in Russia o nel Regno Unito, entrambe quotate a 51.00.
Casa Bianca, continua la 'faida'
Intanto è giunta notizia di un nuovo avvicendamento in seno all'amministrazione Trump ed anche questo assume un'importanza cruciale se visto in prossimità degli appuntamenti internazionali in calendario e, in particolare, del vertice con la Corea del Nord.
Dopo il segretario di Stato, Rex Tillerson, sostituito con il capo della CIA, Mike Pompeo, il presidente degli Stati Uniti ha dato il benservito al consigliere per la Sicurezza Nazionale, HR McMaster. In sua vece, Trump ha annunciato la nomina di John Bolton che fu ambasciatore dell'amministrazione di George W. Bush. I rapporti fra Trump e McMaster, così come quelli con Tillerson, non erano mai stati idilliaci ed in fin dei conti traspare chiaramente l'intenzione del presidente americano di liberarsi di tutti coloro che non condividono al cento per cento la sua linea. Nel caso del consigliere per la Sicurezza, la cui sostituzione avverrà ufficialmente il 9 aprile, sono sicuramente pesate le sue posizioni intransigenti da vecchio falco, considerato che aveva espressamente dichiarato la necessità dell'uso della forza militare contro Iran e Corea del Nord ed era favorevole a posizioni molto meno morbide nei confronti della Russia. McMaster appartiene certamente alle consolidate gerarchie militari di Washington che non hanno mai nutrito grande stima nei confronti di Trump.