In australia, precisamente nella parte occidentale del paese nelle acque dell'Oceano Indiano, nella zona tra Perth e Gracetown, particolarmente rinomata per la qualità delle onde, si stavano tenendo gli allenamenti per una gara della World League di Surf. Per la precisione, uno degli iscritti si stava esercitando con la sua tavola: era Alejandro Travaglini, argentino che improvvisamente si è visto sfidare da uno squalo.

Si è salvato comunque nonostante la forte paura, riuscendo a raggiungere la riva: è stato poi ricoverato d'urgenza in ospedale tramite l'elisoccorso.

Ha riportato ferite varie, ma non corre pericolo di vita. La reazione immediata da parte degli organizzatori della gara è stata la sospensione anche delle prove in attesa che siano rafforzate le misure di controllo e sicurezza, con l'uso di droni e jet ski, volgarmente detti moto d'acqua.

Il Commissario preposto alle gare ha precisato in una conferenza stampa che la World League può aspettare in stand by, perché gli atleti devono essere in sicurezza al 200 per 100. Ma l'episodio che ha coinvolto il surfista Travaglini non è rimasto isolato in quanto poche ore dopo alcuni sorveglianti hanno segnalato un'altra aggressione, di nuovo a danno di un surfista di 41 anni, ad opera di uno squalo sui 4 metri.

L' uomo si è salvato, nonostante diverse ferite ad una gamba.

Travaglini

Travaglini dopo l'attacco e le ferite riportate, è riuscito a raggiungere fortunosamente la spiaggia ed è stato immediatamente assistito da amici presenti al suo allenamento: sono questi che gli hanno salvato la vita utilizzando la corda della sua tavola come un laccio emostatico per bloccargli la forte emorragia di cui era vittima e che in alternativa gli avrebbe causato la morte immediata.

Successivamente Travaglini è stato ricoverato all'ospedale di Perth dove ha subito un lungo intervento alle due gambe.

Un fotografo che si trovava sulla spiaggia, Peter Jovic, che segue le gare di surf in giro per il mondo, ha visto tutta la scena riuscendo anche a documentarla: improvvisamente è saltato fuori dalle acque un lungo squalo che si è buttato sulla tavola e ha sbalzato Travaglini in mare.

Solo a fatica, l'uomo è riuscito a salvarsi.

Dopo l'attacco a Travaglini e quello ad un altro surfista, sono partiti i controlli in grande stile per sondare la presenza di altri squali e soprattutto per vedere cosa possa averli attirati in zona. La Surf Life Saving WA ha riferito poi che è stata trovata la carcassa di una balena: sono proprio queste che attirano gli squali scatenando poi la loro follia aggressiva contro qualunque cosa trovino in mare.

La prudenza non è mai troppa, ma il Governo chiede anche la collaborazione di tutti, sottolineando infatti che il secondo surfista è entrato in mare successivamente alla chiusura delle spiagge, non ottemperando al divieto e mettendo a rischio la propria vita stupidamente.

I due attacchi

Gli esperti sostengono che non si sono mai visti due attacchi nella stessa zona nello stesso giorno, anzi a distanza di pochissime ore. Ed è anzi probabile che si tratti dello stesso squalo spostatosi da una zona all'altra. Ogni volta che ci si trova di fronte ad un attacco di squali riprende il dibattito sul modo di comportarsi nei confronti di questi animali. Così era successo nel dicembre 2017 quando una sub americana è stata assalita da uno squalo ed è morta al largo del Costarica. In quel caso si trattava di uno squalo tigre, specie rimasta lontano per anni da quelle acque.

Come racconta National Geographic, secondo gli esperti difficilmente gli squali attaccano l'uomo se non dopo una provocazione e se anche nel caso della turista americana non ci fosse stata provocazione, secondo i dati raccolti dal database del Museo di Storia Naturale della Florida, sarebbe il 5° caso segnalato al largo del Costarica a partire dal 1580.

Nello stesso articolo si precisa che secondo gli esperti gli squali non sono una minaccia ed è importante cambiare la percezione che noi abbiamo nei loro confronti e che ci porta a vederli come simbolo di terrore, basti pensare alla risonanza che ha ancora oggi il film Lo squalo e i suoi sequel.

Lo stesso vale per altre zone del pianeta e secondo gli statistici è molto più comune morire colpiti da un fulmine, 75 volte più probabile, mentre morire annegati lo è di 132 volte. È comunque chiaro che aumentando le attività umane nelle acque marine, il pericolo di un incontro-scontro con i re degli oceani aumenta, ma le probabilità sono contro gli squali a favore degli uomini che ogni anno ne uccidono un numero altissimo.