Lo scorso venerdì 30 Marzo a Bardonecchia è avvenuto un blitz della polizia francese di frontiera all'interno della stazione dell’ong (organizzazione senza fini di lucro, indipendente dagli Stati e organizzazioni governative internazionali e finanziata tramite donazioni o da filantropi, gestita principalmente da volontari).

Più precisante la cosa è accaduta nei locali dove opera l’Associazione Rainbow for Africa Onlus con sede legale presso A.O.U. - Citta della Salute e della Scienza di Torino - Ospedale CTO a Torino, già nota alle cronache per aver aiutato una donna immigrata clandestina poi deceduta, a partorire all’Ospedale sant’Anna nel Marzo 2018.

L'episodio in se racconta di un’irruzione dei gendarmi d'oltralpe in serata, nella postazione da mesi gestita dal Centro migranti, e di costrizioni senza diritti fatte a un uomo nigeriano tra cui un esame delle urine oltre ad una perquisizione personale in quanto sospettato di spaccio di stupefacenti tramite ovuli nello stomaco.

Armando Spataro, magistrato italiano e tra gli altri procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino, ex procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Milano, coordinatore del Gruppo specializzato nel settore dell'antiterrorismo, ex segretario nazionale del Movimento per la e Dirigente nazionale della ANM, di cui è anche segretario distrettuale a Milano, ha aperto un fascicolo per concorso in abuso d’ufficio aggravato, violenza privata, aggravata e per violazione di domicilio.

Ne è nato un caso diplomatico

Il Ministero degli Esteri italiano, referente per l’Italia, ha definito un fatto grave quando successo, in quanto, si è vero che detti locali erano in uso alle forze francesi addette al controllo ai confini come punto di ristoro, ma è anche vero che con una nota ufficiale, a Marzo, le Ferrovie dello Stato avevano dato questa concessione alla ONG in oggetto e che comunque si sarebbe dovuto discutere meglio del tutto il 16 Aprile prossimo con un incontro in Prefettura a Torino.

Il Ministero francese dei Conti pubblici, a cui fa capo la Polizia doganale, invece, in una nota di Gérald Darmanin, prima definisce gli italiani ‘fratelli’ poi da ordine di sospendere, momentaneamente, i concordati del 1963.

Le due motivazioni

Da una parte, gli stessi abitanti di Bardonecchia, reputano normale la presenza, in territorio italiano, oggi, delle pattuglia della Gendarmerie o della Police National, in virtù di una collaborazione tra i due Stati in base anche agli articoli 40 e 41 del trattato di Schengen, ove sono previste circostanze in cui, per motivi di urgenza, i poliziotti di un paese possono sconfinare in un altro comunicandolo però prima alla polizia dell’altro paese (cosa che in quest'occasione non è accaduta).

Dall’altra invece,l' Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) ha sottolineato come le leggi vigenti siano state siano state 'evidentemente violate'.

Vigono attualmente oltre agli accordi di Schengen anche l'accordo di Chambery del 1997, il Trattato di Prüm del 2005 e l’Accordo tra Italia e Francia in materia di cooperazione bilaterale per l’esecuzione di operazioni congiunte di polizia del 2012.

Considerazioni

Che il tutto sia stato ingrandito in polemica è sicuro, mentre esiste solo uno spirito collaborativo e di consuetudine tra le due forze dell’ordine ormai perpetuato da anni, finalizzato al contrasto di reati attuali a cui l’opinione pubblica è molto attenta, ossia l'immigrazione clandestina oltre allo spaccio di droghe.

Quindi chiarito il tutto che si dia manforte, supporto, credibilità e mezzi agli addetti ai lavori sia nella prevenzione come negli aiuti umanitari dato che questi ultimi sono considerati temi estremamente delicati.