E’ morta all’ospedale di Sant’Anna di Torino la migrante di 31 anni che nei giorni scorsi era stata soccorsa da una guida alpina francese, volontario di rainbow4africa, al Passo del Monginevro. Respinta alla frontiera di Bardonecchia dalle autorità francesi, la donna è stata trasportata in Italia, all’ospedale di Sant’Anna di Torino, curata dal reparto di Ostetricia e Ginecologia diretto dalla professoressa Tullia Todros, e dall’Ematologia ospedaliera delle Molinette, diretta dal dottor Umberto Vitolo. Malata di linfoma, prima di morire la nigeriana è riuscita a dare alla luce il suo bambino grazie all’aiuto di Benoit Ducos che oggi, secondo le leggi sull’immigrazione francesi rischia cinque anni di prigione.

Le misure francesi sull'immigrazione

La vicenda ha suscitato polemiche negli ultimi giorni che hanno visto contemporaneamente l’approvazione del progetto di Legge sarkozy sull’immigrazione da parte dell’Assemblea Nazionale Francese, che passerà al Senato il 6 e il 7 giugno: nonostante questa preveda fra le altre, misure di “integrazione” per i regolari lo stesso non prevede per i “sans papier”. Il fatto di aver soccorso una famiglia di clandestini può comportare per Benoit Ducos una conseguente reclusione di cinque anni.

Così, se da un lato ogni politica migratoria ha fra i propri obiettivi principali quello di tracciare una linea di distinzione fra buona e cattiva immigrazione, dall’altro, viste la necessità e l’urgenza del caso – la guida alpina ha soccorso una donna alla ventottesima settimana di gravidanza che stava per partorire, non semplicemente una famiglia di clandestini - il ricorso al diritto internazionale dei diritti umani è uno strumento che può assicurare un ricorso efficace contro eventuali violazioni dei diritti umani, quale è il diritto alla vita; sta di fatto che associazioni umanitarie come la stessa cui appartiene Benoit Ducos, Rainbow4Africa giudicano l’accaduto come “un atto grave che va contro tutte le convenzioni internazionali e al buon senso come criminalizzare chi soccorre”.

Il piccolo è attualmente ricoverato presso l’ospedale di Torino e assistito dal padre, respinto anche lui alla frontiera; pesa circa 900 grammi, ma nonostante questo i medici sono per il momento cauti riguardo le condizioni di salute del piccolo considerando il fatto che è miracolosamente venuto al mondo da una mamma malata.