È stata condannata a 3 mesi di carcere e a 150 ore di servizi sociali, la giovane australiana Hanna Dickensen. È successo a Swan Hill, nell'entroterra di Melbourne. Aveva detto ai genitori di essere malata di Cancro, di avere ancora solo poche settimane di vita e di aver bisogno di cure speciali da effettuare all'estero, in Nuova Zelanda e in Thailandia. Nell'apprendere questa terribile notizia i genitori, modesti agricoltori che a tutti i costi volevano salvarla (come farebbe qualunque genitore per il proprio figlio), pur di darle il denaro necessario, si sono indebitati fino al collo, chiedendo anche prestiti e donazioni a parenti, amici, vicini di casa e membri della comunità di Melbourne.

La truffa

Purtroppo (o per fortuna), un donatore (con tutta probabilità un vicino di casa) insospettito dalle foto del profilo di Facebook della ragazza che la ritraevano in condizioni tutt'altro che debilitate, in viaggio in giro per il mondo, ha fatto scattare l'allarme rivolgendosi alla polizia che, effettuato un controllo, ha smascherato la giovane e la sua truffa. Nel frattempo la ragazza aveva già sperperato la bellezza di circa 42.000 dollari australiani (pari a circa 26.500 euro) tra viaggi e festini a base di alcol e droghe. Il tutto ai danni dei poveri genitori che si erano tanto prodigati per trovare il denaro necessario alle sue "cure" salvavita.

La sentenza

Giudicata colpevole di aver ingannato le persone a scopi personali e di aver tradito la loro fiducia, in particolar modo di non essersi fatta scrupoli nel far indebitare i propri genitori che già non navigavano in buone acque, il giudice ha ritenuto l'intera faccenda addirittura "spregevole", imputandole ben sette capi d'accusa.

Oltre al carcere ed ai servizi sociali, ha inoltre imposto alla ragazza anche un trattamento per i suoi problemi di salute mentale e di inclinazione all'uso di droghe. Una sorta di comunità di recupero che possa aiutarla a disintossicarsi dalle sue dipendenze, sia fisiche che mentali.

L'avvocato della ragazza ha tentato di dimostrare al giudice che, dopo questo episodio, Hanna avesse messo la testa a posto e che avesse dato una sostanziale svolta alla sua vita.

Tuttavia queste rassicurazioni non sono bastate ed il giudice è stato irremovibile. Ci si prepara quindi per ricorrere in appello e per ribaltare una sentenza che, tutto sommato, è stata anche fin troppo clemente.