Questa terribile vicenda è accaduta nei pressi della casetta degli spiriti di Marechiaro. La ragazzina si trovava con un suo coetaneo che stava frequentando, fu proprio lui a farle conoscere i futuri stupratori. Probabilmente si è trattato di una trappola, ma sono supposizioni, i fatti inequivocabili sono quelli accaduti poco dopo: due ragazzi di 16 anni hanno provato a spogliarla mentre un altro di 17 ha abusato della giovane per poi lasciarla a terra come un oggetto, vicino al mare.

L'offerta di diventare pizzaioli

La ragazzina, successivamente, ha trovato i responsabili dello stupro grazie a Facebook.

I tre minorenni hanno da subito confermato il gesto e sono stati conseguentemente arrestati. Ora, a distanza di appena qualche mese, il giudice ha offerto ai tre aguzzini una nuova opportunità, quella di diventare pizzaioli. La decisione del magistrato è stata presa con l'obiettivo del recupero ma che, in realtà, cancella tutti i capi d'accusa mossi dalla Procura dei minori del capoluogo campano. Per i tre giovani dunque le porte del carcere si sono chiuse, mentre sono state aperte quelle del programma di aspiranti pizzaioli. Questa sentenza sicuramente farà discutere, specialmente per il fatto che sia stata data la possibilità di una carriera professionale appena pochi mesi dopo la tremenda violenza.

L'avvocato dei tre è stato molto deciso e probabilmente è anche molto preparato se è riuscito a far ottenere simili condizioni agli aguzzini della povera ragazza. Il legale una volta venuto a conoscenza del progetto di recupero chiamato "Dove c'è pizza c'è la speranza" lo ha subito proposto al giudice, Gup, come percorso di reinserimento nella società.

Il dato probabilmente più discutibile di quella decisione non è tanto che la pena sia stata commutata in qualcos'altro ma piuttosto che ciò che è stato offerto (la scuola di pizzaiolo) ai tre ragazzi, fuori dal carcere, costa denaro per frequentarla.

Le minacce alla ragazza

Quando si sparse la notizia di questo stupro a Marechiaro i giornali locali, e non, ne parlarono a lungo.

La ragazzina tra l'altro è stata minacciata di non denunciare l'accaduto direttamente da quei ragazzi. "Se ne parli bruciamo casa tua, lo sappiamo dove abiti" le dissero, grazie a queste parole si capì da subito che non si trattava di un caso di violenza isolato ma piuttosto che questi giovani stavano crescendo come dei boss.