La questione israelo/palestinese è una delle più affrontate nell'ambito dell'opinione pubblica e del mondo della politica occidentale. Generalmente, su tale conflitto vengono diffuse delle narrazioni alquanto ideologiche e 'polarizzanti' sia da parte dei sostenitori che dei critici delle politiche dello stato ebraico. In linea di massima, c'è da dire che i simpatizzanti dello stato israeliano sostengono che Israele combatta una mera lotta anti-terrorismo e minimizzano certi eccessi e violenze compiuti dall'esercito dello stato ebraico. D'altro canto, i simpatizzanti della causa palestinese sostengono che la stessa Israele sarebbe uno 'stato razzista' e 'genocida' e non parlano delle provocazioni e delle violenze compiute dai settori estremisti palestinesi e tendenti all'estremismo islamico come Hamas e la Jihad palestinese.

La giornalista pro-israeliana Caroline Glick: 'Israele è un ostacolo per il piano mondialista dell'èlite liberal'

Recentemente la nota giornalista e scrittrice statunitense di origine ebraica Caroline Glick ha sostenuto che lo stato ebraico rappresenta un importante ostacolo al disegno globalista dell'establishment liberal internazionale, disegno presumibilmente condiviso dalla sinistra israeliana e basato sull'abolizione dei confini nazionali. La Glick, famosa per il suo forte sionismo, ha scritto sul sito web della destra statunitense 'Breitbart' che il recente progetto dell'espulsione dei migranti africani da Israele e i proclami di Trump contro l'immigrazione messicana fanno parte della 'lotta globale' che si sta svolgendo tra le forze nazionaliste e le forze che vorrebbero un 'mondo senza frontiere'.

Lo scontro ideologico tra il globalismo liberal e il sovranismo neonazionalista

Nell'articolo scritto su Breitbart, la Glick ha citato anche il filosofo politico israeliano Yorma Hazony, il quale ha sostenuto nel libro 'The Virtue of Nationalism' che la 'sinistra internazionale' ha dichiarato guerra all'esistenza dei confini e all'idea stessa dell'identità nazionale.

Indubbiamente, c'è da dire che sia le affermazioni di Glick che quelle di Hazony sono condivise (in modo diverso) da altri esponenti e sostenitori dell'ideologia sovranista e neonazionalista mondiale, che vede nel globalismo di matrice liberal il suo 'principale nemico' politico.

Su ciò, c'è anche da dire che da diverso tempo l'emblema di tale 'globalismo liberal' è diventato il noto finanziere e filantropo statunitense di origine ebraica George Soros, noto sostenitore del Democratic Party e delle organizzazioni pro-palestinesi.