La ex ministro della Repubblica, Cécile Kyenge, originaria del Congo e iscritta al PD è stata in passato oggetto di scherni e contestazioni, anche molto pesanti, da parte di esponenti della Lega Nord. Il 13 Luglio del 2013 il vicepresidente del Senato di allora, Roberto Calderoli, durante un comizio su un palco la definì "un orango". Quest'episodio scatenò diverse reazioni di condanna da parte delle istituzioni, tanto da far chiedere le dimissioni da vicepresidente del Senato direttamente dal Presidente del Consiglio Enrico Letta. Il fatto il seguito venne esaminato dalla giunta per le immunità del Senato e si concluse con la definizione dell'episodio come "libertà d'espressione".

Le accuse di razzismo

La Kyenge comunque non si è mai sottratta dal confronto politico sui temi dell'immigrazione e dell'integrazione, tanto da esporsi spesso in prima persona nel definire razzista determinati episodi o persone. Qualche tempo fa la ex ministra dell'integrazione si è trovata di fronte a uno spiacevole episodio: secondo la Kyenge e molti altri esponenti della sinistra parlamentare si è trattato di una raid razzista. Si parlava di scritte sul muro, xenofobe, comparse sul muro del suo giardino. In realtà il muro le era stato sì imbrattato, ma non di vernice ma bensì di escrementi. Per la Kyenge si è trattato fin da subito di un episodio politico, che l'ha portata a ribadire il suo impegno finalizzato alla concordia e alla pace sociale che si ottiene tramite la convivenza pacifica.

Durante un'intervista al quotidiano A Stampa dello scorso lunedì la Kyenge afferma: "Così è dura. Una cosa è combattere un nemico che puoi vedere, un'altra è l'assenza piena di odio" riferendosi a quanto le è accaduto. Il titolo dell'intervista poi non lascia dubbi a riguardo: "Io presa di mira dagli xenofobi in quanto esempio per i migranti" e con un catenaccio ancora più specifico "...Mi odiano perché donna, di colore e successo".

La verità su quanto è accaduto

Ora però è emersa la verità su quell'episodio e il razzismo non c'entra affatto. Si tratta di un banale litigio tra vicini di casa: un residente della frazione dove abita la Kyenge ha ammesso di aver lanciato gli escrementi del cagnolino dell'ex ministra sul muro del suo giardino in quanto esasperato. Le feci del cagnolino della Kyenge, secondo questo signore, non verrebbero mai raccolte da terra e così ha deciso di vendicarsi lanciandole contro il muro della sua abitazione.