Potrà finalmente tornare a casa Miro, pastore maremmano rinchiuso dentro un canile a Rovereto su ordine della magistratura di Trento che ne aveva disposto il sequestro a titolo di sanzione per disturbo della quiete pubblica. Il tribunale del Riesame si è pronunciato a favore della liberazione del cane, accogliendo la richiesta dei padroni e ponendo fine a una vicenda destinata comunque a far discutere ancora. In seguito all'esecuzione del discusso decreto cautelare di “arresto”, sui social si era fatta strada una mobilitazione di massa culminata nella raccolta firme online giunta nel giro di pochi giorni a quota 240mila sottoscrizioni grazie al contributo di gruppi organizzati e singoli cittadini sensibili al tema dei diritti degli animali.

Miro libero su ordine del tribunale del Riesame

Proprio in occasione dell'udienza svoltasi ieri a Trento, un folto gruppo di manifestanti giunti sul posto per esprimere solidarietà alla “famiglia” umana del cane. Due multe non pagate legate ad altrettanti decreti penali di condanna, una di 154 e l'altra di 70 euro, avevano raggiunto i proprietari dell'animale, accusati da un vicino di casa di lasciar abbaiare il loro amico a quattro zampe per diverse ore al giorno senza intervenire. Secondo la tesi difensiva esposta dalla coppia di fronte agli inquirenti, nessun abitante della zona di Roverè della Luna, dove il maremmano si trovava prima dell'intervento delle autorità, si era mai lamentato a parte gli autori della denuncia finalizzata ad allontanare il “disturbatore” dal centro abitato, peraltro non vicinissimo all'area occupata da Miro.

Il cane Miro torna libero, gli animalisti esultano

In osservanza della misura di dissequestro disposta dal giudice, l'animale avrà diritto a far ritorno nel suo spazio con l'obbligo di stare dentro casa di sera: una sorta di libertà vigiliata, insomma, sotto la necessaria supervisione dei padroni tenuti a vigilare sull'esecuzione del provvedimento.

Soddisfatti per il lieto fine della vicenda, i rappresentanti delle principali associazioni animaliste che si erano attivate per la “scarcerazione” del pastore maremmano hanno salutato come un passo in avanti importante la decisione del Tribunale del Riesame di Trento che ha posto fine nel modo auspicato a una “detenzione illegittima e illogica” (parole di Rinaldo Sidoli del Movimento fondato da Michela Vittoria Brambilla) contraria al benessere del cane.