Se è vero che la digitalizzazione dell'informazione influisce inevitabilmente sul modo di recepire le notizie, modificando l'interazione e l'interattività concettuale del linguaggio, è un dato di fatto che gran parte della popolazione mondiale stia ancora cercando un modello di riferimento adeguato alle proprie esigenze conoscitive.

In un mondo che cerca la sua identità all'interno del globalismo, le fasce sociali si differenziano non tanto in base al ruolo, bensì alla scelta; un fattore che è stato a lungo sottovalutato, e che vede come protagonisti i cosiddetti "millennials".

Chi sono i millennials?

Il termine sta ad indicare la nuova generazione di adolescenti nati entro il 2000, che in questi ultimi anni stanno prendendo contatto con la realtà che li circonda. Spesso, si è soliti dire che la generazione anni '80-'90 sia, in realtà, l'ultima sopravvissuta al mondo globalizzato, in grado di discernere gli aspetti positivi e negativi dell'evoluzione in atto, a differenza di questa generazione del XXI secolo, nata in seno alla rivoluzione social e alla smart society.

Eppure c'è un dato emerso in questi ultimi giorni che stravolge l'analisi su questo paradigma: i più giovani leggono e prediligono le Riviste cartacee. È quanto si evince da una ricerca effettuata presso l'Università dell'Alabama, in relazione ad un sondaggio online, somministrato su un campione molto vasto di circa 266 studenti di età compresa fra i 18 e i 25 anni.

Dai risultati sul campione, ampliato anche ai nati alla fine degli anni '90, di cui l'80% era costituito da donne, è emerso un quadro parecchio inedito: circa il 73% dei giovani millennials consulta almeno una rivista al mese. Inoltre vi è solo un 4% che legge le versioni digitali sul tablet, mentre il 27% segue i magazine sui social network e sui relativi siti.

Un altro aspetto importante è dato dal senso di gratificazione che i giovani mostrano verso il classico formato fisico rispetto al digitale, concretizzando nella loro coscienza soddisfazione e piacere nella lettura, ma anche la percezione della qualità e della familiarità degli articoli contenuti nei magazine fisici, tramite i quali è possibile sviluppare anche un confronto di idee ed opinioni, al contrario dei contenuti multimediali, giudicati dagli stessi troppo dispersivi.

Infatti lo studio ha messo in luce come l'insoddisfazione degli studenti verso i contenuti digitali sia motivata dall'eccessiva saturazione delle informazioni sulla rete, che spesso tendono a creare confusione, per non parlare delle fake news che, in determinati casi, generano una vera e propria distorsione della realtà.

Il carattere di "notiziabilità" rimane, dunque, una costante quasi esclusiva delle riviste e dei giornali cartacei, poiché, data la rigidità strutturale maggiore sulla selezione delle notizie e sul processo di "gatekeeping", fornisce all'opinione pubblica un carattere di autorevolezza che l'informazione sul web non è ancora in grado di dimostrare pienamente.

A tutto ciò si affianca anche la predisposizione estetica verso i magazine, considerata decisiva: i giovani, infatti, tendono ad osservare anche le immagini, i colori, il layout delle pagine e, ovviamente, la copertina.

Per quanto riguarda l'aspetto contenutistico, le riviste più apprezzate sono quelle specializzate in sport, viaggi, storia, cultura e intrattenimento.

La ricerca ha messo in luce come i millennials americani, pur essendo consapevoli dello spostamento dei canali tradizionali verso l'economia digitale, considerino la stampa tradizionale decisamente più affidabile, confrontando il loro mondo, accessibile e interattivo, con quello dei genitori che non perde mai di valore.