Seguito, minacciato con un coltello e picchiato selvaggiamente, poi rapinato e lasciato in balia di se stesso, senza alcun intervento in suo aiuto.
E' accaduto lo scorso 5 aprile nel centro della Capitale, a Roma, a breve distanza dalla Stazione Tiburtina.
A rivelare l'ennesima aggressione omofoba, è il Circolo Mario Mieli, che ha riferito come la vittima sia un attivista omosessuale ventunenne, che giovedì rincasava dal primo giorno di lavoro. Da quanto si apprende, ad attaccarlo sarebbero stati quattro ragazzi, verosimilmente dell'estrema destra, con la testa rasata e i bomber neri.
L'aggressione
Il giovane, lasciato solo dopo l'aggressione, è stato soccorso da una guardia giurata, che ha richiesto l'intervento del 118. Accompagnato all'ospedale Vannini, i medici hanno verificato le contusioni sul viso e il corpo ancora sofferente per le violenze. Dopo alcune ore, il ventunenne è stato rimandato a casa con cinque giorni di prognosi.
All'uscita dal nosocomio, l'attivista ha deciso di sporgere denuncia al Commissariato di Polizia di Porta Maggiore, al quale attualmente sono assegnate le indagini. All'attenzione degli investigatori vi sarebbero dei filmati ripresi da alcune telecamere di vigilanza che avrebbero ripreso l'accaduto.
La solidarietà del Circolo Mario Mieli
Il Circolo Mario Mieli ha espresso, fin da subito, assoluta e incondizionata solidarietà a Federico, questo il nome dell'aggredito, attivista del gruppo “Roboterie - Nostri i corpi nostre le città”.
Nella nota, i soci e dirigenti del Circolo si sono detti costernati per la notizia dell'ennesimo attacco contro un omosessuale, avvenuto a Roma. Nel contempo, il gruppo si è rallegrato con l'attivista per la decisione di querelare i suoi aggressori.
Sempre secondo il Circolo, la deposizione, depositata presso il Commissariato di Polizia, definisce una chiara aggressione di natura omofoba.
Dunque, conclude la nota, non si può abbassare la guardia visto che le aggressioni omofobe stanno avendo un notevole incremento nell'ultimo periodo. Ed è quantomai urgente, che la stampa, associazioni e mondo civile, non sminuiscano tali fatti, nella speranza che quanti sono predisposti all'incolumità dei cittadini, possano agire con assoluta fermezza nei confronti degli assalitori. Perciò, ritengono non procrastinabile l'intervento istituzionale, con il varo di una legge contro l'omo-transfobia.